Auto dell'Anno - Albo d'oro 1981-1990

Auto dell'Anno - Albo d'oro 1981-1990

Negli anni '80, il titolo di Auto dell'anno viene vinto da auto di largo consumo, come la Uno, e la Tipo della Fiat o la Ford Escort e da vere e proprie ammiraglie, come la Ope Omega e la Ford Scorpio. Per alcune auto il titolo sarà il preludio per un successo commerciale planetario, come per la Ford Escort o la Fiat Uno, per altre non sarà proprio un portafortuna, come per la Citroen XM, che assieme alla Renault 9 e la Peugeot 405 forma il trittico di auto dell'anno del gruppo PSA per il decennio.

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1981 - Ford Escort. Il premio a una regina. Nel 1981 Ford realizza la terza serie MK3 della Ford Escort, nella sua versione europea e una versione per gli Stati uniti. La Ford Escort è stata la prima auto della casa americana a fregiarsi della sigla RS (Rally Sport) nella sua versione 1600 cc che vinse poi il mondiale Rally. L'auto è stata in produzione dal 1968 al 2000 con 4 serie e due restyling molto importante per la terza e la quarta serie. In totale sono state vendute più di 20.000.000 di Ford Escort, una delle quali utilizzata per da Bud Spencer e Terence Hill in altrimenti ci arrabbiamo.
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1981 - Ford Escort. Il premio a una regina. Nel 1981 Ford realizza la terza serie MK3 della Ford Escort, nella sua versione europea e una versione per gli Stati uniti. La Ford Escort è stata la prima auto della casa americana a fregiarsi della sigla RS (Rally Sport) nella sua versione 1600 cc che vinse poi il mondiale Rally. L'auto è stata in produzione dal 1968 al 2000 con 4 serie e due restyling molto importante per la terza e la quarta serie. In totale sono state vendute più di 20.000.000 di Ford Escort, una delle quali utilizzata per da Bud Spencer e Terence Hill in altrimenti ci arrabbiamo.
1981 - Ford Escort. Il premio a una regina. Nel 1981 Ford realizza la terza serie MK3 della Ford Escort, nella sua versione europea e una versione per gli Stati uniti. La Ford Escort è stata la prima auto della casa americana a fregiarsi della sigla RS (Rally Sport) nella sua versione 1600 cc che vinse poi il mondiale Rally. L'auto è stata in produzione dal 1968 al 2000 con 4 serie e due restyling molto importante per la terza e la quarta serie. In totale sono state vendute più di 20.000.000 di Ford Escort, una delle quali utilizzata per da Bud Spencer e Terence Hill in altrimenti ci arrabbiamo.
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1981 - Ford Escort. Il premio a una regina. Nel 1981 Ford realizza la terza serie MK3 della Ford Escort, nella sua versione europea e una versione per gli Stati uniti. La Ford Escort è stata la prima auto della casa americana a fregiarsi della sigla RS (Rally Sport) nella sua versione 1600 cc che vinse poi il mondiale Rally. L'auto è stata in produzione dal 1968 al 2000 con 4 serie e due restyling molto importante per la terza e la quarta serie. In totale sono state vendute più di 20.000.000 di Ford Escort, una delle quali utilizzata per da Bud Spencer e Terence Hill in altrimenti ci arrabbiamo.
1982 - Renault 9. Cambiando poco si vince. Nel 1982 il premio va alla Renault 11 di Robert Opron, il designer proveniente da Citroen, cui era stato dato il compito di disegnare una vettura che convincesse il mercato, da affiancare alla Renault 14 la cui linea a due volumi e portellone posteriore, faticava a fare breccia tra i consumatori francesi ed europei. Opron non volle osare e disegnò una tre volumi classica, senza prendersi nessun rischio e, sfiorando la banalità, trovò la chiave di volta per arrivare a 2.500.000 vetture vendute.
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1982 - Renault 9. Cambiando poco si vince. Nel 1982 il premio va alla Renault 11 di Robert Opron, il designer proveniente da Citroen, cui era stato dato il compito di disegnare una vettura che convincesse il mercato, da affiancare alla Renault 14 la cui linea a due volumi e portellone posteriore, faticava a fare breccia tra i consumatori francesi ed europei. Opron non volle osare e disegnò una tre volumi classica, senza prendersi nessun rischio e, sfiorando la banalità, trovò la chiave di volta per arrivare a 2.500.000 vetture vendute.
1982 - Renault 9. Cambiando poco si vince. Nel 1982 il premio va alla Renault 11 di Robert Opron, il designer proveniente da Citroen, cui era stato dato il compito di disegnare una vettura che convincesse il mercato, da affiancare alla Renault 14 la cui linea a due volumi e portellone posteriore, faticava a fare breccia tra i consumatori francesi ed europei. Opron non volle osare e disegnò una tre volumi classica, senza prendersi nessun rischio e, sfiorando la banalità, trovò la chiave di volta per arrivare a 2.500.000 vetture vendute.
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1982 - Renault 9. Cambiando poco si vince. Nel 1982 il premio va alla Renault 11 di Robert Opron, il designer proveniente da Citroen, cui era stato dato il compito di disegnare una vettura che convincesse il mercato, da affiancare alla Renault 14 la cui linea a due volumi e portellone posteriore, faticava a fare breccia tra i consumatori francesi ed europei. Opron non volle osare e disegnò una tre volumi classica, senza prendersi nessun rischio e, sfiorando la banalità, trovò la chiave di volta per arrivare a 2.500.000 vetture vendute.
1983 - Audi 100. La terza serie va in Paradiso. Nata nel 1968 con il codice C1, l'Audi 100 che vince l'auto dell'anno nel 1983 è alla sua terza serie ed è diventata ormai una berlina di fascia medio - alta. Le novità introdotte nella Audi 100 serie C3 sono una motorizzazione turbo diesel, la trazione integrale e una linea molto più aerodinamica delle versioni precedenti. la versione Station Wagon era caratterizzata da una linea Fastback e prese il nome di Variant, che da allora verrà poi adottato su tutti i modelli Station Wagon di Audi.
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1983 - Audi 100. La terza serie va in Paradiso. Nata nel 1968 con il codice C1, l'Audi 100 che vince l'auto dell'anno nel 1983 è alla sua terza serie ed è diventata ormai una berlina di fascia medio - alta. Le novità introdotte nella Audi 100 serie C3 sono una motorizzazione turbo diesel, la trazione integrale e una linea molto più aerodinamica delle versioni precedenti. la versione Station Wagon era caratterizzata da una linea Fastback e prese il nome di Variant, che da allora verrà poi adottato su tutti i modelli Station Wagon di Audi.
1983 - Audi 100. La terza serie va in Paradiso. Nata nel 1968 con il codice C1, l'Audi 100 che vince l'auto dell'anno nel 1983 è alla sua terza serie ed è diventata ormai una berlina di fascia medio - alta. Le novità introdotte nella Audi 100 serie C3 sono una motorizzazione turbo diesel, la trazione integrale e una linea molto più aerodinamica delle versioni precedenti. la versione Station Wagon era caratterizzata da una linea Fastback e prese il nome di Variant, che da allora verrà poi adottato su tutti i modelli Station Wagon di Audi.
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1983 - Audi 100. La terza serie va in Paradiso. Nata nel 1968 con il codice C1, l'Audi 100 che vince l'auto dell'anno nel 1983 è alla sua terza serie ed è diventata ormai una berlina di fascia medio - alta. Le novità introdotte nella Audi 100 serie C3 sono una motorizzazione turbo diesel, la trazione integrale e una linea molto più aerodinamica delle versioni precedenti. la versione Station Wagon era caratterizzata da una linea Fastback e prese il nome di Variant, che da allora verrà poi adottato su tutti i modelli Station Wagon di Audi.
1984 - Fiat Uno. Una serie di fortunati eventi. Nel 1983 il premio torna in Italia per fregiare il cofano della Fiat Uno, auto capace di vendere più di 9 milioni di esemplari, in 12 anni di produzione. L'auto che ha fatto la fortuna della Fiat, nasce da un progetto di Giorgetto Giugiaro, incaricato da Gian Mario Rossignolo (Direttore Generale Lancia), di disegnare una vettura dalle linee moderne per sostituire la A112 di casa Autobianchi. Nasce così la Lancia Uno. Purtroppo però Rossignolo con i progetti già pronti non riesce proprio ad andare d'accordo con Vittorio Ghidella, responsabile del gruppo FIAT e che avrebbe poi fatto le fortune sportive di Lancia, e decide di lasciare la Lancia e di affidare il progetto nelle mani di Umberto Agnelli che a sua volta lo darà proprio a Ghidella per sostituire la Fiat 127. Nasce così la Fiat Uno, presentata a Cape canaveral, con investimenti altissimi da parte di Fiat in fase di progettazione e realizzazione, e che uscirà dalle catene di montaggio robotizzate di Mirafiori e di Rivalta nel 1983.
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1984 - Fiat Uno. Una serie di fortunati eventi. Nel 1983 il premio torna in Italia per fregiare il cofano della Fiat Uno, auto capace di vendere più di 9 milioni di esemplari, in 12 anni di produzione. L'auto che ha fatto la fortuna della Fiat, nasce da un progetto di Giorgetto Giugiaro, incaricato da Gian Mario Rossignolo (Direttore Generale Lancia), di disegnare una vettura dalle linee moderne per sostituire la A112 di casa Autobianchi. Nasce così la Lancia Uno. Purtroppo però Rossignolo con i progetti già pronti non riesce proprio ad andare d'accordo con Vittorio Ghidella, responsabile del gruppo FIAT e che avrebbe poi fatto le fortune sportive di Lancia, e decide di lasciare la Lancia e di affidare il progetto nelle mani di Umberto Agnelli che a sua volta lo darà proprio a Ghidella per sostituire la Fiat 127. Nasce così la Fiat Uno, presentata a Cape canaveral, con investimenti altissimi da parte di Fiat in fase di progettazione e realizzazione, e che uscirà dalle catene di montaggio robotizzate di Mirafiori e di Rivalta nel 1983.
1984 - Fiat Uno. Una serie di fortunati eventi. Nel 1983 il premio torna in Italia per fregiare il cofano della Fiat Uno, auto capace di vendere più di 9 milioni di esemplari, in 12 anni di produzione. L'auto che ha fatto la fortuna della Fiat, nasce da un progetto di Giorgetto Giugiaro, incaricato da Gian Mario Rossignolo (Direttore Generale Lancia), di disegnare una vettura dalle linee moderne per sostituire la A112 di casa Autobianchi. Nasce così la Lancia Uno. Purtroppo però Rossignolo con i progetti già pronti non riesce proprio ad andare d'accordo con Vittorio Ghidella, responsabile del gruppo FIAT e che avrebbe poi fatto le fortune sportive di Lancia, e decide di lasciare la Lancia e di affidare il progetto nelle mani di Umberto Agnelli che a sua volta lo darà proprio a Ghidella per sostituire la Fiat 127. Nasce così la Fiat Uno, presentata a Cape canaveral, con investimenti altissimi da parte di Fiat in fase di progettazione e realizzazione, e che uscirà dalle catene di montaggio robotizzate di Mirafiori e di Rivalta nel 1983.
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1984 - Fiat Uno. Una serie di fortunati eventi. Nel 1983 il premio torna in Italia per fregiare il cofano della Fiat Uno, auto capace di vendere più di 9 milioni di esemplari, in 12 anni di produzione. L'auto che ha fatto la fortuna della Fiat, nasce da un progetto di Giorgetto Giugiaro, incaricato da Gian Mario Rossignolo (Direttore Generale Lancia), di disegnare una vettura dalle linee moderne per sostituire la A112 di casa Autobianchi. Nasce così la Lancia Uno. Purtroppo però Rossignolo con i progetti già pronti non riesce proprio ad andare d'accordo con Vittorio Ghidella, responsabile del gruppo FIAT e che avrebbe poi fatto le fortune sportive di Lancia, e decide di lasciare la Lancia e di affidare il progetto nelle mani di Umberto Agnelli che a sua volta lo darà proprio a Ghidella per sostituire la Fiat 127. Nasce così la Fiat Uno, presentata a Cape canaveral, con investimenti altissimi da parte di Fiat in fase di progettazione e realizzazione, e che uscirà dalle catene di montaggio robotizzate di Mirafiori e di Rivalta nel 1983.
1985 - Opel Kadett. L'auto che salvò la Opel. Nel 1985 il premio va in Germania, alla Opel Kadett, giunta ormai alla sua quinta (e ultima) serie, denominata "E". La produzione della Kadett inizia nel 1962, con l'obiettivo di immettere sul mercato un'auto dai prezzi contenuti, ma al tempo stesso ben rifinita, adatta alle tasche dei tedeschi, che dopo la guerra stanno vivendo una situazione di estremo disagio economico. Il nome Kadett venne ripreso da un modello che la Opel produceva tra le due guerre, ma i cui progetti, le catene di montaggio e gli stabilimenti erano stati trasferiti in Unione Sovietica (senza chiedere il permesso) dopo la seconda guerra mondiale, dando il via alla produzione della Moskvitch 400. La Kadett, che con il suo nome legava la storia e il rilancio di Opel, portò fortuna alla casa tedesca, vendendo in 30 anni di produzione più di 11 milioni di esemplari. La produzione fu interrotta, nel 1991.
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1985 - Opel Kadett. L'auto che salvò la Opel. Nel 1985 il premio va in Germania, alla Opel Kadett, giunta ormai alla sua quinta (e ultima) serie, denominata "E". La produzione della Kadett inizia nel 1962, con l'obiettivo di immettere sul mercato un'auto dai prezzi contenuti, ma al tempo stesso ben rifinita, adatta alle tasche dei tedeschi, che dopo la guerra stanno vivendo una situazione di estremo disagio economico. Il nome Kadett venne ripreso da un modello che la Opel produceva tra le due guerre, ma i cui progetti, le catene di montaggio e gli stabilimenti erano stati trasferiti in Unione Sovietica (senza chiedere il permesso) dopo la seconda guerra mondiale, dando il via alla produzione della Moskvitch 400. La Kadett, che con il suo nome legava la storia e il rilancio di Opel, portò fortuna alla casa tedesca, vendendo in 30 anni di produzione più di 11 milioni di esemplari. La produzione fu interrotta, nel 1991.
1985 - Opel Kadett. L'auto che salvò la Opel. Nel 1985 il premio va in Germania, alla Opel Kadett, giunta ormai alla sua quinta (e ultima) serie, denominata "E". La produzione della Kadett inizia nel 1962, con l'obiettivo di immettere sul mercato un'auto dai prezzi contenuti, ma al tempo stesso ben rifinita, adatta alle tasche dei tedeschi, che dopo la guerra stanno vivendo una situazione di estremo disagio economico. Il nome Kadett venne ripreso da un modello che la Opel produceva tra le due guerre, ma i cui progetti, le catene di montaggio e gli stabilimenti erano stati trasferiti in Unione Sovietica (senza chiedere il permesso) dopo la seconda guerra mondiale, dando il via alla produzione della Moskvitch 400. La Kadett, che con il suo nome legava la storia e il rilancio di Opel, portò fortuna alla casa tedesca, vendendo in 30 anni di produzione più di 11 milioni di esemplari. La produzione fu interrotta, nel 1991.
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1985 - Opel Kadett. L'auto che salvò la Opel. Nel 1985 il premio va in Germania, alla Opel Kadett, giunta ormai alla sua quinta (e ultima) serie, denominata "E". La produzione della Kadett inizia nel 1962, con l'obiettivo di immettere sul mercato un'auto dai prezzi contenuti, ma al tempo stesso ben rifinita, adatta alle tasche dei tedeschi, che dopo la guerra stanno vivendo una situazione di estremo disagio economico. Il nome Kadett venne ripreso da un modello che la Opel produceva tra le due guerre, ma i cui progetti, le catene di montaggio e gli stabilimenti erano stati trasferiti in Unione Sovietica (senza chiedere il permesso) dopo la seconda guerra mondiale, dando il via alla produzione della Moskvitch 400. La Kadett, che con il suo nome legava la storia e il rilancio di Opel, portò fortuna alla casa tedesca, vendendo in 30 anni di produzione più di 11 milioni di esemplari. La produzione fu interrotta, nel 1991.
1986 - Ford Skorpio. L'ammiraglia che lascia il segno. Nel 1986 la Ford Skorpio, entrata in produzione nel 1985 per sostituire la Ford Granada, vince l'auto dell'anno. Una vera e propria ammiraglia in casa Ford, caratterizzata da carrozzeria e allestimenti curatissimi, cui nella seconda serie, verranno aggiunte motorizzazioni da prima della classe. Proprio la seconda serie però non riuscì a replicare il successo della prima, decretando di fatto la fine della produzione della vettura, ad oggi non sostituita da altri modelli.
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1986 - Ford Skorpio. L'ammiraglia che lascia il segno. Nel 1986 la Ford Skorpio, entrata in produzione nel 1985 per sostituire la Ford Granada, vince l'auto dell'anno. Una vera e propria ammiraglia in casa Ford, caratterizzata da carrozzeria e allestimenti curatissimi, cui nella seconda serie, verranno aggiunte motorizzazioni da prima della classe. Proprio la seconda serie però non riuscì a replicare il successo della prima, decretando di fatto la fine della produzione della vettura, ad oggi non sostituita da altri modelli.
1986 - Ford Skorpio. L'ammiraglia che lascia il segno. Nel 1986 la Ford Skorpio, entrata in produzione nel 1985 per sostituire la Ford Granada, vince l'auto dell'anno. Una vera e propria ammiraglia in casa Ford, caratterizzata da carrozzeria e allestimenti curatissimi, cui nella seconda serie, verranno aggiunte motorizzazioni da prima della classe. Proprio la seconda serie però non riuscì a replicare il successo della prima, decretando di fatto la fine della produzione della vettura, ad oggi non sostituita da altri modelli.
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1986 - Ford Skorpio. L'ammiraglia che lascia il segno. Nel 1986 la Ford Skorpio, entrata in produzione nel 1985 per sostituire la Ford Granada, vince l'auto dell'anno. Una vera e propria ammiraglia in casa Ford, caratterizzata da carrozzeria e allestimenti curatissimi, cui nella seconda serie, verranno aggiunte motorizzazioni da prima della classe. Proprio la seconda serie però non riuscì a replicare il successo della prima, decretando di fatto la fine della produzione della vettura, ad oggi non sostituita da altri modelli.
1987 - Opel Omega. La muscolosa ammiraglia tedesca. Voluta per sostituire la Rekord che ormai segnava il tempo, La Opel Omega è arrivata sul mercato nel 1986, cercando di insediarsi in una fetta di mercato riservata da sempre a Mercedes, BMW e Audi (in Europa). La Omega, per abbattere i consumi, era particolarmente aerodinamica e questa caratteristica spinse la casa tedesca a estremizzare il modello, per creare un'auto da portare in pista (nel DTM principalmente). Nacquero così la Omega Evolution 500, che nella versione da pista erogava 440 cavalli che la portavano a più di 300 km/h e la Omega Lotus, che ereditava la tecnologia della Corvette ZR1 (ma non il motore), sviluppando 377 CV e accelerazione e velocità massime degne di una Ferrari. Della Olmega Lotus furono prodotti 1000 esemplari, di cui un quarto destinato al mercato inglese.
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1987 - Opel Omega. La muscolosa ammiraglia tedesca. Voluta per sostituire la Rekord che ormai segnava il tempo, La Opel Omega è arrivata sul mercato nel 1986, cercando di insediarsi in una fetta di mercato riservata da sempre a Mercedes, BMW e Audi (in Europa). La Omega, per abbattere i consumi, era particolarmente aerodinamica e questa caratteristica spinse la casa tedesca a estremizzare il modello, per creare un'auto da portare in pista (nel DTM principalmente). Nacquero così la Omega Evolution 500, che nella versione da pista erogava 440 cavalli che la portavano a più di 300 km/h e la Omega Lotus, che ereditava la tecnologia della Corvette ZR1 (ma non il motore), sviluppando 377 CV e accelerazione e velocità massime degne di una Ferrari. Della Olmega Lotus furono prodotti 1000 esemplari, di cui un quarto destinato al mercato inglese.
1987 - Opel Omega. La muscolosa ammiraglia tedesca. Voluta per sostituire la Rekord che ormai segnava il tempo, La Opel Omega è arrivata sul mercato nel 1986, cercando di insediarsi in una fetta di mercato riservata da sempre a Mercedes, BMW e Audi (in Europa). La Omega, per abbattere i consumi, era particolarmente aerodinamica e questa caratteristica spinse la casa tedesca a estremizzare il modello, per creare un'auto da portare in pista (nel DTM principalmente). Nacquero così la Omega Evolution 500, che nella versione da pista erogava 440 cavalli che la portavano a più di 300 km/h e la Omega Lotus, che ereditava la tecnologia della Corvette ZR1 (ma non il motore), sviluppando 377 CV e accelerazione e velocità massime degne di una Ferrari. Della Olmega Lotus furono prodotti 1000 esemplari, di cui un quarto destinato al mercato inglese.
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1987 - Opel Omega. La muscolosa ammiraglia tedesca. Voluta per sostituire la Rekord che ormai segnava il tempo, La Opel Omega è arrivata sul mercato nel 1986, cercando di insediarsi in una fetta di mercato riservata da sempre a Mercedes, BMW e Audi (in Europa). La Omega, per abbattere i consumi, era particolarmente aerodinamica e questa caratteristica spinse la casa tedesca a estremizzare il modello, per creare un'auto da portare in pista (nel DTM principalmente). Nacquero così la Omega Evolution 500, che nella versione da pista erogava 440 cavalli che la portavano a più di 300 km/h e la Omega Lotus, che ereditava la tecnologia della Corvette ZR1 (ma non il motore), sviluppando 377 CV e accelerazione e velocità massime degne di una Ferrari. Della Olmega Lotus furono prodotti 1000 esemplari, di cui un quarto destinato al mercato inglese.
1988 - Peugeot 405. Il ruggito del leone. Nel 1988 il titolo di Auto dell'anno viene assegnato alla Peugeot 405, entrata in produzione l'anno prima per sostituire la 305 e presidiare il segmento delle berline Medio Alte. L'auto piace perla sua linea moderna, ma particolarmente aerodinamica che conferisce alla 3 volumi un'aspetto moderno e sportivo. Proprio dal campo sportivo vennero grandissime soddisfazioni, in particolar modo dai raid e dai rally: la 405 viste due Parigi Dakar, che potevano essere 3 se nel 1988 a Vatanen, che era in testa con la 405 T16 GR, non fosse stata rubata l'auto in parco chiuso.
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1988 - Peugeot 405. Il ruggito del leone. Nel 1988 il titolo di Auto dell'anno viene assegnato alla Peugeot 405, entrata in produzione l'anno prima per sostituire la 305 e presidiare il segmento delle berline Medio Alte. L'auto piace perla sua linea moderna, ma particolarmente aerodinamica che conferisce alla 3 volumi un'aspetto moderno e sportivo. Proprio dal campo sportivo vennero grandissime soddisfazioni, in particolar modo dai raid e dai rally: la 405 viste due Parigi Dakar, che potevano essere 3 se nel 1988 a Vatanen, che era in testa con la 405 T16 GR, non fosse stata rubata l'auto in parco chiuso.
1988 - Peugeot 405. Il ruggito del leone. Nel 1988 il titolo di Auto dell'anno viene assegnato alla Peugeot 405, entrata in produzione l'anno prima per sostituire la 305 e presidiare il segmento delle berline Medio Alte. L'auto piace perla sua linea moderna, ma particolarmente aerodinamica che conferisce alla 3 volumi un'aspetto moderno e sportivo. Proprio dal campo sportivo vennero grandissime soddisfazioni, in particolar modo dai raid e dai rally: la 405 viste due Parigi Dakar, che potevano essere 3 se nel 1988 a Vatanen, che era in testa con la 405 T16 GR, non fosse stata rubata l'auto in parco chiuso.
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1988 - Peugeot 405. Il ruggito del leone. Nel 1988 il titolo di Auto dell'anno viene assegnato alla Peugeot 405, entrata in produzione l'anno prima per sostituire la 305 e presidiare il segmento delle berline Medio Alte. L'auto piace perla sua linea moderna, ma particolarmente aerodinamica che conferisce alla 3 volumi un'aspetto moderno e sportivo. Proprio dal campo sportivo vennero grandissime soddisfazioni, in particolar modo dai raid e dai rally: la 405 viste due Parigi Dakar, che potevano essere 3 se nel 1988 a Vatanen, che era in testa con la 405 T16 GR, non fosse stata rubata l'auto in parco chiuso.
1989 - Fiat Tipo. L'auto che ancora vive grazie a Montalbano. L'ultimo premio degli anni '80 va alla Fiat Tipo, prodotta interamente (salvo poche rarissime eccezioni) negli stabilimenti Fiat di Cassino. Un'auto a due volumi che raccolta l'eredità della Ritmo, ha venduto in sette anni, quasi due milioni di esemplari. La Tipo è stata in dotazione alle forze dell'ordine, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco ma anche Polizia di Stato. La più famosa, quella usata dal commissario Salvo Montablano nella serie TV dei racconti di Andrea Camilleri.
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1989 - Fiat Tipo. L'auto che ancora vive grazie a Montalbano. L'ultimo premio degli anni '80 va alla Fiat Tipo, prodotta interamente (salvo poche rarissime eccezioni) negli stabilimenti Fiat di Cassino. Un'auto a due volumi che raccolta l'eredità della Ritmo, ha venduto in sette anni, quasi due milioni di esemplari. La Tipo è stata in dotazione alle forze dell'ordine, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco ma anche Polizia di Stato. La più famosa, quella usata dal commissario Salvo Montablano nella serie TV dei racconti di Andrea Camilleri.
1989 - Fiat Tipo. L'auto che ancora vive grazie a Montalbano. L'ultimo premio degli anni '80 va alla Fiat Tipo, prodotta interamente (salvo poche rarissime eccezioni) negli stabilimenti Fiat di Cassino. Un'auto a due volumi che raccolta l'eredità della Ritmo, ha venduto in sette anni, quasi due milioni di esemplari. La Tipo è stata in dotazione alle forze dell'ordine, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco ma anche Polizia di Stato. La più famosa, quella usata dal commissario Salvo Montablano nella serie TV dei racconti di Andrea Camilleri.
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1989 - Fiat Tipo. L'auto che ancora vive grazie a Montalbano. L'ultimo premio degli anni '80 va alla Fiat Tipo, prodotta interamente (salvo poche rarissime eccezioni) negli stabilimenti Fiat di Cassino. Un'auto a due volumi che raccolta l'eredità della Ritmo, ha venduto in sette anni, quasi due milioni di esemplari. La Tipo è stata in dotazione alle forze dell'ordine, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco ma anche Polizia di Stato. La più famosa, quella usata dal commissario Salvo Montablano nella serie TV dei racconti di Andrea Camilleri.
1990 - Citroen XM. L'ammiraglia dalla salute debole. Il 1990 è l'anno della Citroen XM, una vettura che a parte il titolo di auto dell'anno non lascerà piacevoli ricordi alla casa francese. Ideata e assemblata durante un periodo non florido del gruppo PSA, risentirà fino al primo restyling del 1994 delle economie sostenute da Citroen durante la sua produzione. In particolar modo, le sospensioni idrattive (idrauliche e comandate con una centralina che doveva tararle durante la guida, garantendo una tenuta di strada perfetta e all'avanguardia rispetto alla concorrenza) si rivelarono difettose e poco affidabili, diventando un vero e proprio tallone d'Achille di tutta la prima serie. La XM, oggi oggetto da collezione, usci di produzione nel 2000 dopo aver venduto poco più di 300.000 esemplari.
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1990 - Citroen XM. L'ammiraglia dalla salute debole. Il 1990 è l'anno della Citroen XM, una vettura che a parte il titolo di auto dell'anno non lascerà piacevoli ricordi alla casa francese. Ideata e assemblata durante un periodo non florido del gruppo PSA, risentirà fino al primo restyling del 1994 delle economie sostenute da Citroen durante la sua produzione. In particolar modo, le sospensioni idrattive (idrauliche e comandate con una centralina che doveva tararle durante la guida, garantendo una tenuta di strada perfetta e all'avanguardia rispetto alla concorrenza) si rivelarono difettose e poco affidabili, diventando un vero e proprio tallone d'Achille di tutta la prima serie. La XM, oggi oggetto da collezione, usci di produzione nel 2000 dopo aver venduto poco più di 300.000 esemplari.
1990 - Citroen XM. L'ammiraglia dalla salute debole. Il 1990 è l'anno della Citroen XM, una vettura che a parte il titolo di auto dell'anno non lascerà piacevoli ricordi alla casa francese. Ideata e assemblata durante un periodo non florido del gruppo PSA, risentirà fino al primo restyling del 1994 delle economie sostenute da Citroen durante la sua produzione. In particolar modo, le sospensioni idrattive (idrauliche e comandate con una centralina che doveva tararle durante la guida, garantendo una tenuta di strada perfetta e all'avanguardia rispetto alla concorrenza) si rivelarono difettose e poco affidabili, diventando un vero e proprio tallone d'Achille di tutta la prima serie. La XM, oggi oggetto da collezione, usci di produzione nel 2000 dopo aver venduto poco più di 300.000 esemplari.
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1990 - Citroen XM. L'ammiraglia dalla salute debole. Il 1990 è l'anno della Citroen XM, una vettura che a parte il titolo di auto dell'anno non lascerà piacevoli ricordi alla casa francese. Ideata e assemblata durante un periodo non florido del gruppo PSA, risentirà fino al primo restyling del 1994 delle economie sostenute da Citroen durante la sua produzione. In particolar modo, le sospensioni idrattive (idrauliche e comandate con una centralina che doveva tararle durante la guida, garantendo una tenuta di strada perfetta e all'avanguardia rispetto alla concorrenza) si rivelarono difettose e poco affidabili, diventando un vero e proprio tallone d'Achille di tutta la prima serie. La XM, oggi oggetto da collezione, usci di produzione nel 2000 dopo aver venduto poco più di 300.000 esemplari.

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