Ferrari Mythos, la Testarossa del Sultano

Ferrari Mythos, la Testarossa del Sultano
Prodotta ufficialmente in un unico esemplare nel 1989, la Ferrari Pininfarina Testarossa Mythos è una vettura che rappresenta un esercizio di stile voluto dalla casa di Maranello e dallo studio Pininfarina, per creare un’auto senza tempo, che ricordasse le vetture Ferrari usate dai gentleman drivers nelle competizioni dei fantastici anni ‘60, senza per questo essere estremamente sportiva. Come base fu utilizzato l’autotelaio della Ferrari Testarossa, ma gli esterni e gli interni furono completamente ridisegnati da Pietro Camardella (F40, F50 e Ferrari 456 nel suo curriculum), guidato dall’occhio attento di Lorenzo Ramacciotti, all’epoca vicedirettore della Pininfarina Studi e Ricerche di Cambiano. La Ferrari Mythos si presenta come una barchetta open top dalle linee moderne anche a 30 anni dalla sua nascita, nata da un incontro tra un volume anteriore più piccolo e uno posteriore più grande e largo, che doveva ospitare le griglie del radiatore, sparite dal frontale dell’auto. La Mythos non ha finestrini laterali, non c’è possibilità di montare una copertura, le cinture di sicurezza sono a bretella e gli interni essenziali senza essere spartani. Per ammissione di Camardella, il suo progetto (P – come Pininfarina – 7) era ispirato al claim “la massima ispirazione dell’uomo in fatto di automobili” utilizzato da Bertone per la definizione della Alfa Romeo Montreal e alle linee della Maserati 61 delle officine Drogo degli anni 60. Su tutto poi l’iconica Ferrari 250 GTO del 1960, da cui riprendere l’anteriore e la Dino, la cui coda tronca aveva ispirato la parte posteriore della Mythos. L’auto non era destinata al mercato, tanto da non essere minimamente aderente a nessun requisito di omologazione e fece il suo esordio al Salone di Tokyo del 1989. Dopo aver vinto il Car Design Award del 1990 e il Golden Marker Trophy, l’auto è stata acquistata da un collezionista giapponese, per poi tornare (moderna Ulisse), dopo una decina di anni nel museo Pininfarina di Cambiano, in Italia. Lasciando da parte la cronaca e andando appunto nel mito, secondo talune fonti, altre due Ferrari Mythos, una azzurra e una rossa, sarebbero nelle disponibilità del sultano del Brunei, considerato uno dei più grandi collezionisti del mondo di auto rare, ma soprattutto di valore. Che sia vero o no (alcune foto scattate negli anni scorsi mostrano le auto con notevoli differenze rispetto alla Mythos originale) la Mythos rappresenta un vero e proprio esercizio di stile e ricerca da parte dello studio Pininfarina, per creare un modello di auto che potesse essere la traduzione delle esigenze tecniche e l’eroismo del mondo delle corse degli anni 60 e la centralità dello stile e della riconoscibilità Ferrari. Un esperimento riuscito che in occasione dei suoi 30 anni, nel 2019, ha di nuovo morso gli asfalti tra le strade di Montecarlo.
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