Emergenza smog in Cina: la soluzione delle auto elettriche non basta

Il prossimo 4 febbraio prenderanno il via le attesissime Olimpiadi di Pechino, con la città e l'intero paese che si preparano ad ospitare uno degli eventi più importanti della storia dopo le numerose polemiche che hanno investito la Cina dall'inizio della pandemia di Covid-19. Con la manifestazione alle porte, le strade della metropoli cinese sono gremite di automobili, pullman e camion, portando ad un inevitabile innalzamento dei livelli di CO2 nell'aria. Secondo un'ultima analisi di Greenpeace in merito proprio alla cappa di smog che sta avvogendo la Cina, i risultati ottenuti hanno evidenziato un livello di inquinamento senza precedenti, tanto che l'utilizzo delle auto elettriche non sembra bastare per risolvere o almeno attenuare il problema.

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L'allarme di Greenpeace

La Cina, tra i paesi con il più elevato livello di smog al mondo, ha accolto con piacere l'avvento delle auto elettriche, ma la vendita delle stesse non viaggia a numeri sufficientemente alti per abbassare le emissioni nocive. Il capo di Greenpeace East Asia, Bao Hang, ha recentemente lanciato un allarme preoccupante: nel caso in cui non verrà vietata la vendita di auto endotermiche entro il 2030 non si riuscirà a fermare l’innalzamento della temperatura globale. La soluzione avanzata dall'organizzazione ambientalistica è quella di favorire il raggiungimento del 63% di auto elettriche vendute entro il 2030, per arrivare poi all'87% entro il 2035, anche se i vertici cinesi non sembrano essere così d'accordo. Non resta che attendere e sperare in una veloce trasformazione della Cina in un paese completamente "green".

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