In attesa di scoprire l'evoluzione ibrida, ripercorriamo i cambiamenti e i modelli che hanno visto protagonista il dodici cilindri di Sant'Agata, uno dei motori più iconici di sempre
19.01.2023 ( Aggiornata il 19.01.2023 09:43 )
Con l'ingresso di Lamborghini in Audi ha inizio un periodo di cambiamenti profondi. Con la nuova proprietà, cambia infatti l'approccio all'evoluzione del V12. Il focus comincia infatti a spostarsi verso il rendimento volumetrico, per allinearsi alle regolamentazioni sempre più stringenti. Esemplare il caso della Murciélago, presentata nel 2001 con il V12 da 6,2 litri per 580 cv e aggiornata nel 2007 con il motore portato a 6,5 litri capace, però, di ben 670 cv. Non solo, la vettura era più leggera di 100 kg, e il motore, raffinato in diverse parti, adottava la lubrificazione a carter secco con il ricircolo dell'olio mediante pompe di recupero. Questo permise a Lamborghini di ridurre la distanza tra albero motore e fondo della vettura, a tutto vantaggio della manovrabilità.
E infine, l'Aventador da 700 cv a 8.250 giri/min e una cilindrata di 6,5 litri, presentato nel 2011. Quel V12 è stato poi modificato per la LP700-4 del 2013, la LP750-4 del 2015 e la Superveloce del 2016. Con l'arrivo della SVJ nel 2019, il motore eroga 759 cv e, sulla Ultimae del 2021 - l'ultima Aventador stradale di sempre - 780 cv. Lo stesso motore è presente anche sulla Essenza, una vettura destinata alla pista e quindi non soggetta ai vincoli dettati dall'omologazione per l'uso su strada. In questa configurazione, si raggiungono gli 830 cv. Adesso, gli appassionati attendono di scoprire cosa riserverà il capitolo ibrido.
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