Prezzi benzina e Diesel, scattano le indagini della GdF

Prezzi benzina e Diesel, scattano le indagini della GdF

Aumenti dei carburanti troppo cari: l'ipotesi di speculazione mette in allarme governo e categorie di consumatori. Al via le verifiche della Procura di Roma e delle autorità

di Redazione

09.01.2023 ( Aggiornata il 09.01.2023 10:00 )

"C'è qualcuno che fa il furbo": lo ha detto Matteo Salvini, Ministro dei Trasporti, a proposito del rialzo dei prezzi dei carburanti durante quest'ultimo periodo. Aumenti troppo significativi per non passare inosservati, soprattutto se messi a confronto con altri distributori con prezzi più calmierati. Ed è così quindi che sono ufficialmente scattate le indagini della Guardia di Finanza.

L'indagine della Procura di Roma

Dopo le denunce presentate a tutte le procure d'Italia dal Codacons (che aveva segnalato aumenti per il gasolio fino a 2,5 euro al litro sulle autostrade), la Procura di Roma ha aperto un'indagine. E il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha dato mandato alla Guardia di Finanza di verificare l'andamento alla pompa successivo allo stop al taglio delle accise scattato dallo scorso 1° gennaio.

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I gestori si difendono

Le categorie dei consumatori hanno già protestato. Coldiretti, ad esempio, fa notare come i rincari facciano sentire il loro peso sull'88% delle merci. E anche il settore dei taxi è allarmato: "Così siamo in ginocchio", ha dichiarato UilTrasporti. Ma i gestori si difendono: "Non c'è speculazione - afferma Bruno Bearzi, presidente nazionale della Figisc-Concommercio che rappresenta, insieme a Confesercenti, i 22.000 impianti italiani -. L'aumento dipende dalla decisione di cancellare lo sconto. Siamo 22mila, non lo voglo escludere ma non è con 4 centesimi che si fa speculazione. È più facile andare alla fine della filiera invece di entrare nella stanza dei bottoni di chi decide il prezzo. Si cerca sempre un capro espiatorio".

Ipotesi di cartello tra le compagnie

Il Codacons intanto ha anche annunciato un esposto all'Antitrust per ipotesi di cartello tra le compagnie e il boicottaggio da parte degli automobilisti dei distributori più cari. Il tutto in attesa dei risultati dell'indagine della GdF, che dovrebbero esser resi noti la prossima settimana. "Vogliamo capire se all'interno della filiera dei carburanti ci siano cartelli, accordi o altre strategie vietate dalla legge tese a far salire immotivatamente i listini di benzina e gasolio alla pompa - spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi -. Al netto dell'aumento delle accise deciso dal Governo, l'incremento dei prezzi sembra non rispondere all'andamento delle quotazioni petrolifere: prendendo in esame solo le ultime settimane, si scopre che il Brent in due mesi ha subito un deprezzamento del -25,5%. Situazione analoga per il Wti, che ha perso il 15%. A fronte di tale crollo delle quotazioni, e al netto del rialzo delle accise, i prezzi di benzina e gasolio stanno salendo ad una velocità eccessiva. Chiediamo al Governo di estendere gli ambiti di applicazione della legge 231 del 2005 che vieta gli aumenti eccessivi dei prezzi al dettaglio nel settore agroalimentare".

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