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Auto 2035, Urso: Europa decida subito e per la piena neutralità tecnologica

Fabiano Polimeni
Pubblicato il 3 novembre 2025, 15:15
C’è l’incertezza su quale sarà il futuro industriale, quanto verrà messo in discussione dell’impianto del Fit for 55 nel 2035 - segnatamente il divieto, a oggi, di vendita di modelli che non siano a zero emissioni -, intorno al mondo dell’auto europea. Ma non è l’unico tema in grado di mettere in crisi il settore, con la vicenda dei chip Nexperia lì a dimostrarlo.
Intervenendo all’incontro Friend of Industry a Berlino, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, è tornato a parlare dell’importanza di un’azione rapida del legislatore europeo.
Dalle e-car alle eccezioni su biocarburanti e Phev
Sappiamo già come il riesame del Fit for 55, con le sue ricadute sull’industria dell’auto, avverrà entro fine anno, in una serie di incontri da calendarizzare tra Commissione europa e portatori di interessi dell’industria, oltre al confronto con gli Stati membri. Confronti quest'ultimi - con sostanziali differenze di vedute, secondo le indiscrezioni delle ultime settimane - per arrivare a riscrivere la transizione energetica nel settore dell’auto e dei veicoli commerciali.
“Non c’è più tempo da perdere: l’Europa decida ora per rilanciare la competitività industriale”, ha commentato Urso, dal meeting tedesco nel quale si è discusso di automotive, industrie energivore, tecnologie di frontiera e resilienza delle catene del valore. “Serve agire ora e insieme, entro quest’anno, per difendere la nostra competitività e la nostra sovranità industriale. Non c’è più tempo da perdere”.
Entro fine anno è l’orizzonte che si è dato la politica europea, mentre restano da definire i contenuti. I temi sono quelli delle concessioni da fare ai carburanti a emissioni carboniose nette pari a zero (tra emissioni allo scarico e compensazione nel ciclo produttivo), alle auto ibride plug-in, oltre all’incentivazione delle piccole auto elettriche con la categoria di e-car e la possibilità di super-crediti CO2 per questa tipologia di vettura.
Senza dimenticare un altro rilevantissimo punto della mobilità che guarda ai clienti business, gli acquisti e noleggi di vetture da parte di persone giuridiche, per le quali negli ultimi mesi si è tanto discusso di scenari in una prospettiva di accelerazione della transizione alle emissioni zero. Tanta carne al fuoco a Bruxelles.
Rivedere subito i regolamenti sul taglio delle emissioni
Friends of Industry a Berlino ha riunito i rappresentanti di governo dei principali Paesi europei, accomunati sulla visione delle politiche industriali da attuare. È noto come Germania e Italia siano su una posizione convergente sul tema del superamento del divieto di vendita di auto non a emissioni zero (oggi, per tecnologia realmente disponibile, le elettriche) dal 2035. Molto più caute, invece, le visioni di Francia e Spagna.
“È fondamentale che l’Europa assuma subito decisioni a tutela del settore automotive, con la revisione dei regolamenti per veicoli pesanti e leggeri, adottando un approccio flessibile e riconoscendo la piena libertà tecnologica, principio fondante della nostra Unione”, ha aggiunto Urso. “Serve decidere ora anche per quanto riguarda le industrie energivore, con una revisione ambiziosa di Cbam ed Ets, e nelle tecnologie di frontiera, accelerando su intelligenza artificiale e quantum. Non possiamo rinviare oltre scelte decisive sulla resilienza delle catene del valore industriali: abbiamo già perso troppi anni”.
Altri temi commentati dal Ministro - e presenti nel recente discorso di Ursula von der Leyen all’Europarlamento, sul lavoro che la Commissione porterà avanti nel 2026 -, hanno interessato la necessità di “tre fattori abilitanti per una nuova politica industriale europea: costi energetici competitivi, semplificazione burocratica e risorse finanziarie adeguate”, elementi indispensabili, ha aggiunto, “per sostenere la transizione industriale e restituire all’Europa la capacità di crescere e competere nel mondo”.
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