Mazda e il sughero: dalle origini alla MX-30, un rapporto speciale

Mazda e il sughero: dalle origini alla MX-30, un rapporto speciale

Scopriamo cosa lega la Casa nipponica a questo materiale, dalla sua nascita fino alla prima full-electric del brand

di Diego D'Andrea

17.07.2020 ( Aggiornata il 17.07.2020 12:09 )

Diversamente da chi lo immagina solo come prezioso custode di nuance per ottimi vini, ha in realtà mille impieghi, dall’edilizia all’artigianato. Il sughero è un materiale estremamente versatile e “green”, la cui recente riscoperta è oramai una realtà consolidata, e non deve stupire il suo utilizzo in ambiti svariati, persino nell’abitacolo di un’auto. Se poi il logo impresso è quello Mazda, allora la storia è ben più risalente e merita di essere raccontata.

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LE ORIGINI

Era il 1920, quando nel distretto di Hiroshima, Giappone, nasceva la Toyo Cork Kogyo, azienda impegnata nella produzione e lavorazione del sughero. Possiamo considerarla la “prima vita” di Mazda, antecedente all’impegno nella produzione di veicoli. Sono due i motivi principali per i quali il sughero fu un elemento cardine nella precedente esistenza del brand: se ne trovava in abbondanza nei dintorni di Hiroshima; questo materiale era richiestissimo dall’industria navale locale, che lo impiegava per le navi in legno. In particolare, il fondatore di Mazda, Jujiro Matsuda, ne rivoluzionò il mercato con l’idea di produrre tavole di sughero pressato, più semplici quindi da stoccare e trasportare; ma anche con nuovi prodotti per materiali isolanti e ammortizzanti.

Dopo aver rinominato l’azienda Toyo Kogyo, nel 1927 Jujiro Matsuda partì con la produzione e la commercializzazione di un motocarro a tre ruote di concezione simil-motociclistica, il Mazda-Go, prima scintilla di quel Jinba Ittai, cioè la fusione tra cavallo e cavaliere alla ricerca della massima integrazione tra mezzo e pilota, che ancora oggi ispira l’intera produzione del marchio.

DAL PASSATO AL PRESENTE

Alla luce di tutto questo, non deve stupire come, esattamente ad un secolo dalla fondazione dell’azienda, sulla Mazda MX-30, la prima auto elettrica del brand, sia proprio il sughero ad impreziosirne l’abitacolo, con le sue elevate caratteristiche intrinseche e “green”.

Prova Mazda MX-30: la Grande Bellezza incontra l'elettrico FOTO

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Una Roma deserta, straordinariamente ancora più bella e mozzafiato è stata la cornice perfetta per la prova del crossover elettrico della Casa di Hisroshima. Il rombo da V6,il motore e-SkyActiv con un pacco batterie Panasonic da 35 kWh, capace di garantire 145 cv, 270 Nm e no a 262 km di autonomia: ecco la filosofia tanto amata dello Jinba Ittai (cavallo e cavaliere)nel teste drive della Grande Bellezza

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Per esaltare l’anima eco-friendly di questa crossover, infatti, Mazda ha puntato sull’utilizzo di materiali rispettosi dell’ambiente - come il sughero, appunto - ma anche l’eco-pelle e speciali plastiche riciclabili.
Il sughero, in particolare, è un prodotto di derivazione naturale a basso impatto ambientale, in quanto per ottenere il materiale non vengono abbattuti alberi ma viene solo prelevata la corteccia; e ogni volta che viene raccolto, l’albero assorbe più anidride carbonica per favorire il processo di rigenerazione della corteccia. Si calcola che le querce da sughero regolarmente scortecciate immagazzinino da tre a cinque volte più anidride carbonica rispetto alla norma. Si stima che la quantità di anidride carbonica assorbita dal sughero utilizzato per ogni singola MX-30 prodotta sia pari a circa 1,2 kg.

Tutta la gamma Mazda: il listino completo

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