L'auto elettrica più veloce al mondo? E' di 40 anni fa

In tempi di crisi petrolifera, negli anni Settanta, serviva inventarsi un metodo per muoversi consumando poco. Enfield scelse di riprendere la tecnologia dell'auto elettrica, per creare la 8000. Più piccola di una Mini, ebbe vita breve, essendo stata prodotta tra il 1973 e il 1976, in appena 120 esemplari, di cui circa la metà effettivamente rivolti al mercato. Il flop fu tutto nel suo costo astronomico, visto il prezzo pari a quello di una Ford Capri, ben più grande e potente con il suo motore 3 litri.

La Enfield 8000 poteva contare su un motore elettrico da 6 kW appena, una velocità massima di 65 km/h (da raggiungere con molta calma) e un'autonomia di 90 km, nella migliore delle ipotesi. Sviluppata su un progetto originale, con telaio in tubi di acciaio e carrozzeria in alluminio, adottava numerosi componenti ripresi da altri modelli, come, ad esempio, i fari proprio della Ford Capri e i freni della Mini. Lunga 2 metri e 84 centimetri, alta 1 e 42, larga un metro e 41, voleva essere una citycar elettrica in stile-Smart. Anticipò i tempi di oltre 20 anni.

Questa è la breve storia del modello originario. Poi c'è l'idea originale di Jonny Smith. Ha impiegato 4 anni per trasformare la lumaca Enfield 8000 in "Flux Capacitor", un dragster con targa e fanali in grado di rivaleggiare (e battere) celebrate supercar. Sul quarto di miglio - i 400 metri con partenza da fermo - si è messa dietro auto del calibro di Lamborghini Aventador, Ferrari 458 Italia, Porsche 911 Turbo, McLaren 650S. Tutte oltre il limite dei 10", mentre la Enfield elaborata ha staccato il miglior crono in 9"8.

Per riuscirci, largo a un motore elettrico capace di sviluppare 810 cavalli, alimentato da batterie gli ioni di litio da 400v e 188 celle. Il raffronto con i pacchi di batterie agli acidi di piombo, da 12 volt,  del modello originario è superfluo. 

La velocità d'uscita dai 400 metri è stata di 195 orari e in 6" ha raggiunto i 180 con partenza da fermo. 

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