Suzuki, ibrido da record

Suzuki, ibrido da record

Numeri in crescita per la Casa giapponese: ulitmi sette mesi chiusi con il 19,73% di vendite in più rispetto allo stesso periodo del 2018

di Pasquale Di Santillo

04.08.2019 ( Aggiornata il 04.08.2019 11:34 )

L'ibrido che non t’aspetti arriva sempre dal Giappone perchè evidentemente da quelle parti, quando si tratta di farlo “strano”, gli viene meglio. E così, dopo Toyota, che l’ibrido l’ha inventato, sfruttato rendendolo un autentico fenomeno di massa, oltre che profittevole, ecco Suzuki, capace di infilarsi nella scia dei creatori e di imporrre sul mercato, in particolare quello italiano, la propria versione dell’ibrido. Con risultati sorprendenti. Perchè l’ibrido targato Suzuki piace per la sua convenienza, al punto da stupire chi invece continua ad essere scettico sul genere.

Leggere i numeri, per credere. Suzuki Italia ha chiuso il primo semestre del 2019 con una serie di record figli proprio delle vendite dalle versioni ibride di Ignis, Swift e Baleno. A giugno e luglio, la Casa di Hamamatsu ha immatricolato rispettivamente 3.738 e 3.853 auto (+ 52,88% e +49,46% degli stessi mesi del 2018): da paura, davvero, se si considera che è il risultato migliore nei primi 25 marchi del mercato italiano, che a sua volta è andato sotto a giugno del 2,08% quasi pari a luglio (-0,1%). Con Suzuki capace di raggiungere due volte la quota record del 2,18%, diventata a luglio del 2,52%. Numeri che se esplosi nel semestre valgono 24.256 immatricolazioni tra gennaio e luglio (+19,73%, erano a 20.259) e quota schizzata da 1,59% a 1.96%. E questo tenendo presente che Suzuki era già cresciuta del 45,5% tra il 2016 e il 2018. 

I motivi di questo boom di Suzuki? Sicuramente la fusione tra convenienza ed estetica funzionale dei tre modelli che hanno prodotto il grande balzo. Da un parte, i vantaggi dei benefici previsti localmente da Regioni, Province e Comuni che concedono alle auto ibride vantaggi che vanno dagli incentivi, all’esenzione totale o parziale dal pagamento del bollo, fino all’accesso alle Zone a Traffico Limitato e/o alla sosta gratuita nei parcheggi con strisce blu. Opportunità concrete al prezzo di soli 1.000 euro, la differenza di costo per poter sfruttare la tecnologia Suzuki Hybrid 

Dall’altra parte Ignis, Swift e Baleno hanno conquistato la top ten tra le ibride più vendute che a giugno sono arrivate 1.137 pezzi (il 30,4% sul totale delle immatricolazioni del marchio; il 12% sul mercato delle ibride in generale, con Suzuki secondo costruttore per vendite in Italia). Un trend che dimostra nei fatti come Suzuki abbia saputo interpretare al meglio le esigenze di mobilità degli italiani. 

Il tutto grazie ad una “genialata” così semplice da sembrare banale, ma in quanto tale estremamente efficace. Il cuore del sistema Suzuki Hybrid è infatti l’Integrated Starter Generator (ISG), un congegno multifunzione un po’ alternatore, un po’ motorino di avviamento, sicuramente motore elettrico. Alimentato da un pacco di batterie agli ioni di litio a 12V è compatto al punto da poter essere alloggiato sotto il sedile del guidatore. Gli accumulatori, che pesano appena 6,2 kg, non tolgono spazio ai passeggeri o ai loro bagagli, come capita in altri sistemi. Il Suzuki Hybrid può essere abbinato a due diversi motori, come l’1.2 Dualjet e l’1.0 Boosterjet. Così, nella categoria sotto i quattro metri di lunghezza Suzuki è oggi l’unico costruttore a proporre l’ibrido accoppiato alla trazione integrale, al turbo e alla doppia alimentazione, benzina e GPL BRC garantito 3 anni o 100.000 Km.

Il sistema Suzuki Hybrid non richiede interventi da parte del pilota, non ha bisogno di ricariche esterne e lavora in modo automatico, puntuale e preciso solo quando serve, ovvero all’avviamento, durante le partenze e quando si accelera con decisione. In questi casi il motore elettrico utilizza l’energia accumulata nelle batterie nelle fasi di rallentamento e aiuta quello termico a vincere le inerzie. Applicando una coppia supplementare che può raggiungere i 50 Nm, permette di ridurre in modo evidente i consumi e le emissioni nocive, rendendo la progressione sorprendentemente brillante e lineare, per un piacere di guida impareggiabile. L’uovo di colombo? Forse sì. Risolve i problemi di mobilità? Da solo non potrebbe mai, ma se vende così tanto, significa che funziona!

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