Auto elettriche, rischio 30% in meno di posti di lavoro

Auto elettriche, rischio 30% in meno di posti di lavoro

È quanto sostengono i dati provenienti dalla Germania analizzati a Torino durante il seminario sulla mobilità sostenibile al lavoro: ecco le possibili soluzioni per l’industria italiana

di Redazione

22.02.2020 ( Aggiornata il 22.02.2020 14:42 )

La produzione di auto elettriche rischia di ridurre di circa il 30 % il numero di posti di lavoro in Italia. Si è parlato di questo al seminario “Mobilità sostenibile al lavoro. Occupazione e produzione industriale per la mobilità del futuro”, organizzato dalla Fiom Piemonte con le 49 associazioni ambientaliste di Sbilanciamoci e tenutosi all’Energy Center del Politecnico di Torino.

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Un incontro che, dopo aver individuato il rischio, ha proposto la soluzione: l’industria italiana, ancora in forte ritardo sulla sperimentazione elettrica, deve cambiare modello di sviluppo.

DATI INQUIETANTI DALLA GERMANIA

I dati esaminati durante il seminario non lasciano scampo ad altre interpretazioni. Bosch infatti ha rilevato che con il passaggio dalla produzione dei motori benzina e Diesel a quello elettrico si scenderà da 10 a 1 solo occupato. Volkswagen stima che la produzione di vetture elettriche porterà il numero di ore di lavoro a una riduzione del 30 %. In Germania, infine, dai 2,8 milioni di posti attuali tra costruttori e fornitori andranno a perdersi non meno di 410mila unità.

POSSIBILI SOLUZIONI PER IL TERRITORIO ITALIANO

Per rispondere alla problematica, arrivano le proposte direttamente dal seminario torinese. Come spiega Giulio Marcon, presidente di Sbilanciamoci, "con l'auto elettrica ci sarà meno occupazione, ma cambia l'idea di mobilità. L'auto da prodotto diventa servizio con il car sharing o il car pooling, la rivoluzione digitale può creare nuovi posti di lavoro. Bisogna sviluppare la produzione in ambiti nuovi come quello delle batterie, ma serve una regia pubblica".

Gli fanno eco le parole di Giorgio Airaudo di Fiom Piemonte: “Se si vuole gestire la transizione a Torino abbiamo bisogno di un prodotto che abbia volumi, una nuova Punto su piattaforma Peugeot, e di una nuova fabbrica di batterie. Ne nascerà una al sud, ma ne vogliamo una anche al nord. Il mondo dell'impresa torinese si svegli".

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