Bosch, superato lo shock resta il deficit produttivo dei chip

Bosch, superato lo shock resta il deficit produttivo dei chip

Lo scenario legato alla produzione dei chip, fondamentali all'industria dell'auto, è destinato a  vivere una fase di difficoltà cristallizzate: la produzione è insufficiente rispetto alle richieste, sebbene sia stato superato lo shock iniziale

10.11.2021 ( Aggiornata il 10.11.2021 16:11 )

Toccherà convivere con la situazione attuale ancora a lungo, di certo per tutto il 2022. La crisi produttiva legata ai semiconduttori ha prodotto un impatto enorme sulle case automobilistiche, generando perdite di volumi nell'ordine delle svariate centinaia di migliaia di unità in questo 2021. Il periodo peggiore, in cui lo shock si è prodotto in tutta la sua forza, si è verificato tra il dicembre 2020 e il primo trimestre del 2021. 

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Gli ordinativi delle case auto ai propri fornitori, a loro volta a dipendere da una serie piuttosto limitata di specialisti asiatici nella produzione di semiconduttori - con commesse ovviamente non esclusive dal mondo auto, che si è trovato a vivere la concorrenza dell'elettronica di consumo -, soffrono gravi ritardi. Così, se l'erogazione di componenti è ripresa, i ritmi sono forzatamente ridotti e la produzione è in ritardo. Si stima che nel 2022 si dovrà fare i conti con un deficit di produzione dei semiconduttori del 20%, per quel che concerne il settore auto.

Crisi ora è strutturale

In Bosch, l'amministratore delegato Volkmar Denner ha spiegato quale scenario si trovi a vivere l'azienda e, indirettamente, l'industria dell'auto: "Ci sono stati singoli problemi che sono stati affrontati. Quel che sta accadendo adesso è un deficit strutturale, c'è molta più domanda di quanta non sia la capacità produttiva", dice ad Automobilwoche.

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Bosch ha stanziato investimenti per 400 milioni di euro nel potenziamento della produzione di wafer per microchip, tuttavia si resta ben lontani da un'industria dell'auto che sia indipendente da fornitori specializzati esterni e dai relativi contratti di subappalto a specialisti asiatici.

"Nelle cose che produciamo da noi riusciamo a ridurre la pressione, però un sensore Bosch è composto da molte parti che acquistiamo da altri", ha aggiunto.

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