Caruccio: "Ibrido Toyota porta vantaggi"

Caruccio: "Ibrido Toyota porta vantaggi"

Va bene l'ibrido, ma secondo quale declinazione? Ne abbiamo parlato con l'AD di Toyota, Mauro Caruccio, che ci ha illustrato le strategie della Casa del Sol Levante

di Pasquale Di Santillo

02.08.2019 ( Aggiornata il 02.08.2019 15:04 )

Ibrido o non ibrido e se ibrido, quale ibrido, questo è il problema. Il dibattito, in tempi di transizione verso l’elettrificazione, è avviato. E Mauro Caruccio ad di Toyota Italia ci tiene a dare il suo contributo. 

Toyota ha scelto di puntare sull’ibrido più di 20 anni fa, si è mai chiesto perchè?

"La grande sfida era progettare l’auto del 21° secolo, consci che i problemi energetici ed ambientali si sarebbero sempre più acuiti in futuro. Fu una scelta visionaria, portata avanti con capacità e determinazione, anche quando all’inizio venivamo derisi. Oggi i numeri ci danno ragione, tutti ci seguono, ma noi abbiamo già venduto 13 milioni di ibridi in 90 Paesi al mondo, 280.000 solo in Italia. L’ibrido è soprattutto una piattaforma tecnologica sulla quale si innestano tutte le soluzioni elettrificate".

Toyota Prius PHV Hybrid Plug-in: primo contatto

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Potenza elettrica aumentata dell’83% (fino a 122 cv totali) per la ibrida Toyota che in variante Plug-in ha un’autonomia di 50 km senza necessità di sfruttare il motore termico

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Che vuol dire oggi comprare ibrido?

"E’ urgente fare chiarezza, soprattutto quando altri costruttori si affrettano a portare sul mercato soluzioni “leggere”, spinti dalla necessità di rientrare negli obiettivi di riduzione della CO2. Mi riferisco ai Mild Hybrid a 48V o 12V, dove il motore elettrico è di scarsa potenza e dà un aiutino al motore termico. Sono soluzioni adattate su motorizzazioni convenzionali, non in grado di provvedere alla trazione esclusivamente in elettrico. Il Full Hybrid di Toyota è un un’altra cosa! I motori elettrici sono alimentati fino a 650V, consente di percorrere per oltre il 50% del tempo a zero emissioni in città. Dà rilevanti benefici in termini di consumi ed emissioni di inquinanti (ad esempio -90% di NoX rispetto ai limiti previsti per l’omologazione). È urgente una classificazione dei veicoli ibridi in funzione del reale beneficio che portano, che a nostro avviso deve essere basata sul grado di ibridizzazione, cioè, quanto è rilevante la componente elettrica rispetto a quella termica".

Perché Full Hybrid e non plug-in?

"Anche Plug-in certo. Forse pochi ricordano che Toyota è stata la prima ad avere a listino un modello Plug-in (la Prius) dal 2012. Il plug-in porta con sè un “price premium”, che il mercato non è ancora pronto a ricevere.  Questo è il motivo per cui oggi si inizia a vedere solo su modelli alto di gamma, con un indirizzo prestazionale. L’accessibilità e fruibilità sono i fattori critici per la diffusione, Il Full Hybrid è oggi accessibile e fruibile, senza limitazioni e senza bisogno di infrastrutture, non obbliga a cambiare le abitudini".

Nuova Toyota Corolla: foto

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Che differenza c’è tra un ibrido di ieri e uno di oggi?

"Il primo ibrido venne introdotto nel 1997 in Giappone, da noi eravamo all’Euro 2. Ora l’ibrido Toyota è arrivato alla 4ª generazione e la 5ª è in preparazione. In questi 20 anni è stato migliorato continuamente. Un esempio? La Prius IV rispetto alla Prius I ha consumi ed emissioni ridotte del 42% e prestazioni migliorate. Lo stesso Inverter ha un ingombro dimezzato ma ha un +20% di potenza".

Ma quali vantaggi porta l’ibrido? 

"Da una parte l’efficienza energetica, (circa il 25% dell’energia utilizzata dal sistema è recuperata) e la riduzione di consumi ed emissioni di CO2 e NoX. Sul fronte cliente, la credibilità di chi l’ibrido l’ha inventato e che ora garantisce anche per 10 anni. Il futuro? Al 2025, Toyota punta a 5,5 milioni di veicoli elettrificati con un elettrico puro per ogni modello, ma l’ibrido sarà centrale ancora a lungo".

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