Porsche 911 Targa

Porsche 911 Targa

di Redazione

25.11.2008 ( Aggiornata il 25.11.2008 13:26 )

Preferita da chi giudica troppo tradizionale la Coupé e un po’ sopra le righe la Cabriolet, è sempre tenuta in perfetta forma da mamma Porsche. Così, ora, anche la 911 Targa ha beneficiato del leggero maquillage estetico (per lo più luci a led) come le altre Carrera e cela sotto il vestito la nuova catena cinematica delle versioni 4. Dunque motori a iniezione diretta di benzina (più potenti ma con consumi inferiori), trazione integrale con differenziale centrale a lamelle anziché a giunto viscoso e cambio a doppia frizione a sette marce PDK (opzionale). Le novità si riflettono positivamente su entrambe le versioni, Targa 4 e Targa 4S. E se il boxer 3.6 da 345 cv della prima ha un rendimento che già assicura ampi margini di divertimento, il 3.8 da 385 cavalli della 4S si rivela altrettanto fluido nell’impiego quotidiano ma decisamente più pronto e corposo a livello d’erogazione, oltre che più incisivo da 3500 giri sino all’intervento del limitatore a quota 7500. Abbinandolo al cambio PDK imprime tempi d’accelerazione migliori di un paio di decimi rispetto a quelli dichiarati con il 6 marce manuale. Tuttavia, per quanto rapido, non è molto incisivo quando si guida in maniera brillante anche in modalità manuale, a meno che non si opti per lo Sport Crono Plus che aggiunge tre logiche di gestione più grintose e il launch control. Sempre riguardo alle cambiate manuali, vengono gestite con comandi (sia la leva sul tunnel, sia i poco ergonomici pulsanti sul volante) che richiedono movimenti opposti a quelli che segue il corpo in accelerazione e decelerazione quando si cambia o si scala.


Indubbi, invece, i vantaggi assicurati dalla nuova trazione integrale, ereditata dalla 911 Turbo. La rapidissima ripartizione della coppia, che può privilegiare completamente uno dei due assali, agisce in sintonia con il differenziale autobloccante posteriore e, nel caso della 4S, con un assetto ribassato di 10 mm e integrato da cerchi da 19” anziché da 18”. Ciò significa un sottosterzo ridotto ed elevati livelli di tenuta laterale in curva. Che si sposano sia con una buona agilità, impressa anche dallo sterzo preciso e pronto oltre che molto informativo, sia con un’apprezzabile stabilità. Alla quale concorrono il rinnovato sistema di gestione del dinamismo e i freni, ben modulabili e mordenti. In merito alla fruibilità, la Targa conserva il profilo della Coupé ma può scoprirsi quasi come la Cabriolet, grazie all’ampio padiglione in cristallo che in 7” si apre elettricamente. Quando è aperto si posiziona sotto il lunotto e consente di viaggiare anche alle velocità autostradali senza risentire di fastidiosi vortici. Per contro riduce notevolmente la visuale posteriore, tanto che in marcia ci si deve affidare ai retrovisori esterni e in manovra all’intuito, se non si dispone dei sensori di parcheggio. Quando è chiuso, il tetto isola bene l’abitacolo, non innesca fruscii e può essere oscurato con una tendina a movimentazione elettrica. La Targa vanta anche un’altra peculiarità: il lunotto che si apre come un classico portellone. Permette così di stivare i bagagli nella zona posteriore evitando le contorsioni che questa operazione impone sulla Coupé per fare passare, tra sedile e montante della porta, borse e valigie che non trovano posto nel piccolo pozzetto anteriore.




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