Ottanta anni di immatricolazioni in Italia

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di Redazione

10.02.2009 ( Aggiornata il 10.02.2009 16:41 )

Ottant’anni di immatricolazioni in Italia, una classifica che inizia ancora prima della nascita della Costituzione Italiana (1948) e parte con l’anno della grande crisi, il 1929, data dopo la quale, infatti, si passa dalle 33.436 alle 24.869 vetture immatricolate. Da allora la crescita è stata continua, ma non costante, fino al 1939. Il 10 giugno del 1940 l’Italia entra ufficialmente nella Seconda Guerra Mondiale e le ripercussioni sul mercato dell’auto sono ovviamente pesanti. Nel 1943 l’Italia passa con gli alleati, e per tre anni, infatti, non si registrano immatricolazioni. Il 25 aprile del 1945 finisce la guerra e gli italiani tornano a comprare automobili l’anno successivo. Dal 1946 inizia una crescita incredibile delle immatricolazioni. Nel 1950 si corre il primo Gp di Formula 1 e nel 1966 l’Italia passa il milione di vetture immatricolate. La crescita dura fino al 1973, anno della crisi energetica, dove si passa di colpo da 1.449.100 a 1.280.710, fino a 1.050.947 unità del 1975. Con la ripresa economica tornano a crescere anche i numeri, con una flessione nel 1978, a cavallo degli anni di piombo e nel 1988 le auto immatricolate passano i 2 milioni. La crescita continua di anno in anno fino al 1993, quando crollano le immatricolazioni diventando poco più di un milione e mezzo. Quell’anno, infatti, oltre che per Mani Pulite e la fine della Prima Repubblica sarà ricordato anche per un’altra grande crisi. La ripresa economica degli anni successivi ha poi fatto crescere nuovamente le immatricolazioni, grazie anche agli incentivi statali, fino al 2007 quando in Italia sono state immatricolate 2.493.372 vetture, record assoluto. L’anno scorso il nostro paese, come tutto il resto del mondo, è stato investito da una nuova crisi economica e il mercato dell’auto è tornato ai valori del 1988. Cifre di vent’anni fa dalle quali, forse, si potrà crescere grazie agli incentivi statali appena approvati dal Governo. Perché se è vero che l’andamento del mercato è ciclico, è altrettanto vero che, così indietro, l’Italia non è mai tornata, fatta ovviamente eccezione per l’arrivo della guerra.
ANNO
VETTURE
1929
33.436
1930
24.869
1931
14.760
1932
19.314
1933
27.855
1934
30.150
1935
25.243
1936
21.154
1937
34.208
1938
38.675
1939
30.032
1940
10.255
1941
2.664
1942
4.826
1943
-
1944
-
1945
-
1946
7.391
1947
12.785
1948
32.915
ANNO
VETTURE
1949
48.883
1950
79.826
1951
88.754
1952
89.086
1953
112.110
1954
137.311
1955
161.903
1956
202.373
1957
195.540
1958
209.215
1959
253.321
1960
381.385
1961
491.755
1962
634.706
1963
951.704
1964
830.175
1965
886.297
1966
1.014.975
1967
1.162.246
1968
1.167.614
ANNO
VETTURE
1969
1.217.929
1970
1.363.594
1971
1.434.529
1972
1.470.394
1973
1.449.100
1974
1.280.710
1975
1.050.947
1976
1.187.620
1977
1.219.172
1978
1.194.424
1979
1.397.039
1980
1.530.488
1981
1.808.476
1982
1.851.174
1983
1.451.512
1984
1.572.402
1985
1.653.217
1986
1.795.524
1987
1.969.075
1988
2.131.197
ANNO
VETTURE
1989
2.303.404
1990
2.302.873
1991
2.254.649
1992
2.380.321
1993
1.694.218
1994
1.680.760
1995
1.741.024
1996
1.731.358
1997
2.402.367
1998
2.374.711
1999
2.331.922
2000
2.425.543
2001
2.417.178
2002
2.288.776
2003
2.247.766
2004
2.264.886
2005
2.237.663
2006
2.326.256
2007
2.493.372
2008
2.160.137

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