Range Rover

Range Rover

di Redazione

22.09.2009 ( Aggiornata il 22.09.2009 16:43 )

Una regina d’Inghilterra al servizio di un maraja per una grande rivincita: a 4 ruote. La regina è l’ultima versione della Range Rover, il maraja, quantomeno del settore automobilistico, l’imprenditore indiano Ratan Tata, azionista di riferimento dei marchi Jaguar e Land Rover.
Quest’ultimo, da ex suddito di sua maestà, punta a diventare il protagonista n.1 nel segmento dei SUV di lusso proprio attraverso la rinnovata Range, specie in allestimento Autobiography, quello che più lussuoso non si può, proposto a ben 126.600 euro. Per la cronaca la versione d’ingresso della rinnovata Range HSE equipaggiata con il già noto turbodiesel V8 di 3.6 litri è comunque in listino a 85.700 euro.
Forte delle sinergie con la Jaguar, Land Rover ha predisposto l’aggiornamento della Range puntando principalmente sulla sostanza, senza peraltro trascurare la forma. Infatti il principale punto di forza del model year 2010 prevede un nuovo propulsore V8 benzina sovralimentato da ben 510 cv. Sul fronte estetico sono invece da segnalare alcuni interventi volti a impreziosire la vettura. In particolare: la ristilizzazione dei gruppi ottici e dei segnalatori di direzione oltre al riposizionamento dei fendinebbia in un paraurti ridisegnato anche allo scopo di dare maggior risalto alla nuova griglia frontale. I
l motore 5.0 litri sovralimentato è analogo a quello montato ultimamente sulle Jaguar, ovvero un V8 4 valvole per cilindro con alimentazione a iniezione diretta, valvole a profilo e fasatura variabile con compressore Twin Vortex. Tuttavia ha ricevuto una serie di interventi volti a garantire un rendimento ottimale anche nel fuoristrada più severo. Le guarnizioni sono state progettate per sopportare gli stress della guida off road e nelle fasi di guado, così come è stato rivisto il layout della coppa dell’olio, in modo da avere una lubrificazione impeccabile anche con il veicolo molto inclinato nei passaggi particolarmente impegnativi.
Rispetto al precedente propulsore di 4.2 litri Supercharged l’incremento in fatto di cavalli è di oltre 100 (510 contro 396), mentre la coppia ora sfiora i 64 kgm contro i precedenti 57, per di più con un’erogazione estremamente piatta e corposa a partire da 1500 giri. Il tutto addirittura con una riduzione dei consumi e delle emissioni.
I tecnici dichiarano 6,7 km/litro nel ciclo combinato (—6,9% rispetto al passato) e 348 g/km (—7,4%) di CO2 con tanto di omologazione Euro5. Il merito si può ricondurre in parte alle migliorie apportate alla gestione elettronica, sulla quale i tecnici inglesi hanno specificato di aver lavorato molto intervenendo anche sulle componenti hardware e perfino sull’impianto elettrico. Tuttavia un significativo apporto lo assicura la rinnovata trasmissione automatica ZF a 6 velocità più rapida nella risposta e impeccabile nello sfruttare le ottime caratteristiche di tiro in basso del motore. Tra i risultati collaterali, da segnalare una riduzione dello slittamento del convertitore di coppia idraulico a garanzia di una superiore efficienza e minori dispersioni di energia. Oltre alla modalità standard la trasmissione ne prevede anche una detta Sport che, sfruttando le capacità predittive del sistema, assicura reazioni più pronte e adeguate alle caratteristiche di guida di chi è al volante oltre che del percorso.
Nuovo poi il sistema Adaptive Dynamic (di serie sulla Supercharged) incaricato della gestione dinamica del veicolo e in grado di regolare senza soluzione di continuità gli ammortizzatori attraverso l’elaborazione di informazioni ricevute da ogni singola ruota. Il risultato si può riassumere in un notevole miglioramento dei movimenti della scocca. Potenziato anche il sistema Terrain Response per la marcia sui terreni difficili. Ai programmi già noti ne è stato aggiunto uno specifico per le partenze su sabbia. Adeguato alle maggiori performance della vettura anche l’impianto frenante, che sulla Supercharged prevede anteriormente delle pinze Brembo a 6 pistoncini con dischi ventilati da 380 mm.
Ventilati anche i dischi posteriori da 365 mm, ma con pinza a singola pompante scorevole. Da dire che le pinze anteriori a 4 pistoncini utilizzate sulla precedente Range 4.2 Supercharged sono ora montate sulle versioni turbodiesel. Al volante della Range la sensazione di essere più su una limousine che sulla capostipite delle fuoristrada eleganti è immediata.
Contribuiscono un posto guida molto confortevole e un livello di finiture davvero spaziale. La posizione rialzata non disturba e non solo nella marcia in fuoristrada, dove le doti meccaniche e i vari aiuto elettronici alla guida appaiono davvero notevoli. Anche su asfalto tenuta e direzionalità si rivelano sempre all’altezza delle potenzialità del V8 benzina che conquista per la potenza, ma soprattutto per la curva di erogazione.
Con un filo di gas si dispone già di tutta la coppia necessaria per muoversi con agilità nel traffico, per sorpassare con una progressione molto convincente e, volendo, per lanciare la vettura a 225 km/h, la velocità massima dichiarata. L’assetto adattivo appare in possesso di una logica ben strutturata che su asfalto, anche nei percorsi molto guidati, limita rollio e beccheggio al minimo indispensabile. Parallelamente, nei percorsi off road rende affrontabili situazioni sino a pochi anni fa riservate ai soli esperti del 4x4: basta avere fiducia nel programma selezionato e usare con “gentillezza” freni e acceleratore perché rocce, dislivelli e superfici fangose non siano più un problema.
Vale la pena aggiungere che l’impianto di telecamere e di sensori radar sensoround con cui è equipaggiata ora la Range risulta sicuramente utile in fase di parcheggio e manovra eliminando di fatto gli angoli morti; in fuoristrada, invece, può risultare fuorviante: attivando la telecamera anteriore sembra di essere in presenza di un flying simulator a causa dell’effetto “accelerazione” riconducibile all’ottica grandangolare della telecamera stessa.

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