Alfa MiTo Multiair, Primo test

Alfa MiTo Multiair

di Redazione

12.10.2009 ( Aggiornata il 12.10.2009 10:12 )

Le grandi innovazioni motoristiche made in Italy passano sempre per l’Alfa. Com’era toccato alla 156, dodici anni fa, portare al debutto il common rail, oggi spetta alla MiTo l’onore di scendere in campo con il Multiair, l’innovativo sistema di gestione della portata d’aria e dell’apertura delle valvole di aspirazione ideato dal Centro Ricerche Fiat e messo a punto da Fiat Powertrain.
Banco di prova il classico quattro cilindri 1400 della famiglia Fire disponibile sia in configurazione aspirata (105 cv) sia turbocompressa, con 135 e 170 cv, a rimpiazzare le precedenti unità da 120 e 155 cv. Ma il guadagno in termini di potenza massima non è che uno degli aspetti, e forse neppure il più significativo, di una soluzione ingegneristica che dà il meglio di sé ai carichi intermedi, dove gli incrementi di coppia sono anche più rilevanti: in particolare, il 1400 da 135 cv risulta ben più “pieno” della precedente unità da 120 cv nell’arco che va da 1500 a 3000 giri.
Ne segue una risposta particolarmente fluida, si può lasciare scendere tranquillamente la quinta sino a 1000 giri per poi riprendere con sostanziale naturalezza e senza il minimo strappo. Il motore non dà mai risposte violente, ma per converso non fa trovare tracce percettibili di turbo lag, spinge con decisione e assicura alla compatta Alfa Romeo una mobilità piace volmente brillante. In cifre, le sue credenziali parlano di 8”4 sullo 0-100 e di una velocità di punta di 207 orari, nonché di un consumo che, col contributo dello start&stop (di serie per tutti i Multiair), nel ciclo combinato risulta pari a 17,9 km/litro, cui equivalgono 129 g/km di CO2.





Quel che basta per portare anche la MiTo con motore turbo benzina in zona incentivi, dove quasi incredibilmente riesce a entrare anche l’inedita versione di punta, per la quale è stata rispolverata la denominazione Quadrifoglio Verde. Che a dispetto di una potenza specifica di 124 cv/litro riesce a staccare corrispondenti a un consumo pari a 16,7 km/litro, sempre nel ciclo combinato. E sì che le prestazioni di cui è accreditata (219 orari la velocità di punta, 7”5 sullo 0-100) sono da primato assoluto, per la categoria. Espresse, anche in questo caso, da un motore più orientato alla progressività che alla cattiveria: prende i giri con rapidità, il 1400 turbo Multiair, ma con sostanziale linearità da quando entra in coppia (il valore di punta, 23,4 kgm emerge a 2500 giri) sino al regime massimo, piazzato poco oltre i 6500.
Col turbo che incrementa la spinta senza dar luogo a evidenti salti di erogazione: casomai, la sua presenza si fa notare nel taglio un po’ brusco che si registra nel rilascio secco del gas, ad alto regime. Il tutto è condito da una sonorità non priva del corpo che si chiede a un motore sportivo, compreso il borbottio che l’accompagna ai regimi più bassi.
A questo propulsore è stata affiancata una nuova trasmissione a sei marce, capostipite della famiglia di cambi siglata 635, che nel corso del prossimo anno darà luce anche a una versione a comando robotizzato e, soprattutto, a un automatico a doppia frizione. Ma già il classico manuale si fa apprezzare per la brevità e la precisione degli innesti, oltre che per la validità della sincronizzazione che gli permette di digerire senza problemi le scalate più cattive. Dispone di un finale attorno ai 40 orari per 1000 giri, che stante l’eccellente elasticità del propulsore permette di tenere la sesta senza problemi anche nei rallentamenti.
Per il resto ,la Quadrifoglio Verde non si scosta dalle caratteristiche già note della compatta Alfa, appena modificate dal ricorso a una versione evoluta degli ammortizzatori a gestione elettronica e dall’aggiornamento del software del servosterzo. Nel complesso, l’autotelaio conferma la capacità di assicurare risposte magari non precisissime, segnatamente nei movimenti del posteriore, ma sempre decise nel rispondere ai cambi di direzione. Soprattutto in presenza della gommatura da 18” ( con pneumatici Pirelli PZero Nero 215/40) utilizzata in questa prima presa di contatto. Contraddistinta da un allestimento specifico ( comprensivo fra l’altro di sedili più avvolgenti e pedaliera in alluminio) la MiTo Quadrifoglio Verde sarà in vendita da febbraio, a un prezzo di poco superiore ai 20mila euro. Vanno invece in commercio da subito le altre versioni della MiTo Multiair: prezzi da 15.800 euro per la 1400 aspirata da 105 cv, da 17.400 per la 1400 turbo da 135.


  • Link copiato

Commenti

Leggi auto.it su tutti i tuoi dispositivi

Auto, copertina del meseAuto, copertina del meseAuto, copertina del mese