Governo e sindacati contro la Fiat

Governo e sindacati contro la Fiat

di Redazione

25.11.2009 ( Aggiornata il 25.11.2009 10:33 )

Il Ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, ha preso posizione a nome di tutto il governo sulla prospettiva che la Fiat chiuda lo stabilimento siciliano di Termini Imerese. “Gli incentivi statali – ha fatto sapere il ministro – saranno inferiori perché ci sarà un rientro graduale per non distorcere il mercato. Il sistema di agevolazioni sarà però esteso ad altri settori industriali in crisi". È evidente il messaggio lanciato al gruppo torinese, che ha beneficiato più di altri costruttori degli incentivi auto. D’accordo con il Scajola si sono pronunciate tutte le sigle sindacali, Cgil, Cisl, Uil e Ugl. La Fiat ha detto che non alcuna intenzione di tenere aperti tutti i 6 impianti in Italia, cioè Mirafiori Torino, Sevel Val di Sangro, Melfi, Pomigliano, Cassino e Termini Imerese, appunto, che pare avviato verso la chiusura. Il piano aziendale prevede infatti di fermare la produzione nel 2011: la nuova Lancia Y sarà infatti prodotta in Polonia. Nello stabilimento siciliano, inaugurato negli Anni Settanta per l’assemblaggio della 500, lavorano circa 1400 dipendenti. Già decisa e avviata, invece, la chiusura dello storico stabilimento Alfa Romeo di Arese, ormai ridotto a struttura fatiscente dopo il progressivo declino impresso dalla Fiat: dagli oltre 20mila dipendenti degli Anni Sessanta e Settanta, quando si producevano cinquecento vetture al giorno in 5 linee di montaggio, erano rimasti in 346, che saranno trasferiti a Torino.

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