A Padova va in scena il classico che piace

A Padova va in scena il classico che piace
La più importante fiera europea delle auto d’epoca. Aperta fino a domenica 26

di Marco Visani

24.10.2014 ( Aggiornata il 24.10.2014 12:17 )

Una volta era Auto e Moto d’Epoca. Ora, anche se si chiama ancora così, è - per tutti - il Salone di Padova tout court. Morto da un pezzo Torino, saltato (per un giro) Bologna, ucciso (forse) nella culla Milano, l’unica certezza nei Saloni dell’auto italiani è, appunto, Padova, in programma fino a domenica al quartiere fieristico della città veneta. Di base resta una fiera di veicoli storici, la più importante d’Europa, nella quale però  le Case credono e investono sempre di più. L’heritage fa tendenza e, hai visto mai, fa vendere qualche macchina nuova che - non a caso - fiancheggia, negli stand, quelle classiche. Fino a tre anni fa le presenze ufficiali si contavano sulle dita di una mano: quest’anno sono una dozzina i marchi presenti con la loro organizzazione maestra, e non solo con i registri ai quali le Case riconoscono l’uso del marchio, ma che restano tuttavia club privati. Volvo, Alfa Romeo, Abarth, Mercedes, Volkswagen, Maserati, Peugeot, BMW sono alcuni dei brand che stanno trasformando la mecca dei collezionisti in un Salone più trasversale, in cui vecchio e nuovo si guardano con simpatia. Ha debuttato, nell’arena, persino Toyota. E scriviamo “persino” perché sul nostro mercato i giapponesi sono presenze ancora relativamente giovani. Eppure sono 20 anni che esiste il Rav4, ed ecco che la filiale italiana ha portato cinque vetture splendidamente ricondizionate in rappresentanza delle quattro generazioni che si sono sin qui succedute del Suv 4x4 più venduto nel nostro Paese. 1 3 I compleanni, peraltro, restano uno dei pezzi forti di ogni rassegna di classiche che si rispetti. Ce n’è per ogni decennio, o quasi: i 40 anni della Golf (con le sette sorelle arrivate direttamente da Volkswagen Classic, a Wolfsburg, Germania), i 60 della prima Giulietta come pure anche anniversari meno di cuore ma ugualmente importanti sul piano commerciale, come i 40 anni di Mercedes-Benz Italia. Che sul suo stand espone l’attuale terza generazione della Smart accanto alla prima che, bene o male, i suoi 15 anni li ha fatti (e pensare alla smartina come a una “cosa” d’epoca fa un certo effetto...). Il bello di Padova è che, nei suoi 90mila metri quadrati coperti, ci trovi di tutto: 2.000 espositori pronti a venderti - come anche solo a mostrarti - la Miura e la 911 come pure la 600 e la Prinz, senza contare che persino la sottilissima costola dei veicoli commerciali (furgoncini, camioncini, veicoli con allestimenti speciali) inizia ad avere pian piano il suo peso. 4 5 E il business non è solo questione di macchine complete, ma anche (e soprattutto) di pezzi: ricambi, componenti, accessori, manuali, memorabilia. Che riempiono da soli quattro degli undici padiglioni di cui si compone questa fiera. In questo sottobosco il trucco è uno solo: arrivare primi. Obiettivo (banale ma fondamentale) per raggiungere il quale c’è chi, pur non essendo un commerciante, affitta - e paga - uno spazio espositivo così da ottenere il diritto di entrare prima che il Salone sia ufficialmente aperto, così da individuare la preda (sia essa un paraurti o un fanalino) e afferrarla l’indomani nei primi secondi di contrattazione. Come si dice: il fine giustifica i mezzi. Specie se sono mezzi d’interesse storico. Marco Visani

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