Guida autonoma sulla futura Audi A8

Come tre fratelli. Bobby il più grande, poi Jack e Robby. La guida autonoma in casa Audi si può riassumere con questi nickname. Sono stati affibbiati alle due Audi RS7 e l'Audi A7 Sportback a guida autonoma impegnate in pista e su strade aperte al traffico, tre contenitori tecnologici e al tempo stesso dei laboratori per affinare lo stato della tecnica, relativamente ai sensori, all'analisi dei dati raccolti, al controllo del veicolo e la sua stabilizzazione. Sono due le notizie degne di nota, la prima riguarda proprio Robby, l'ultimo prototipo di Audi RS7 a guida autonoma, protagonista sul circuito di Sonoma in California, dopo aver girato a Hockenheim lo scorso anno, raggiungendo i 240 orari di velocità massima. A Sonoma ha fermato il cronometro sul tempo di 2'01", tanto è servito per chiudere i 4.050 metri di pista. Ma non è l'elemento più interessante, legato piuttosto all'enorme cura dimagrante che è stato possibile attuare: 400 kg più leggera di Bobby, la prima RS7. Audi non ha dettagliato gli interventi grazie ai quali si è arrivati a tagliare a tal punto il peso (è prevedibile che dal bagagliaio siano spariti tanti computer presenti invece sulla prima generazione), ma ha annunciato la seconda notizia importante: sulla futura generazione di Audi A8 saranno implementate le tecnologie dei tre prototipi automatizzati. L'ammiraglia dovrà rispondere a Bmw Serie 7 e alla Classe S, a sua volta con un travaso di tecnologie dall'imminente Classe E. Nel 2017 sul mercato, sarà in grado di parcheggiare da sola, muoversi autonomamente nella guida in colonna e anche sulle statali, a una velocità massima di 60 km/h. Quanto a Jack, la Audi A7 Sportback, è stata protagonista di due viaggi su strade aperte al traffico. In Germania, sulle Autobahn, ha portato in giro anche il ministro dei Trasporti tedesco, mentre negli USA ha viaggiato dalla Silicon Valley a Las Vegas, in occasione del CES 2015. Fabiano Polimeni