Volkswagen, il toto-nomi per il dopo Winterkorn

Volkswagen, il toto-nomi per il dopo Winterkorn
Venerdì si riunisce il Consiglio di sorveglianza, attesi licenziamenti importanti oltre alla nomina del nuovo CEO

di Redazione

24.09.2015 ( Aggiornata il 24.09.2015 17:03 )

Non sarà l'unico a pagare, Martin Winterkorn, nello scandalo sulle emissioni inquinanti truccate da parte del Gruppo Volkswagen. Il Consiglio di sorveglianza tornerà a riunirsi venerdì per nominare il successore al vertice del gruppo oltre a proseguire nella pulizia interna delle figure responsabili del dieselgate. Sul tavolo, secondo quanto riporta Automotive News, arriverà un primo dossier, un'indagine interna sull'identificazione dei soggetti responsabili della programmazione del software sulle auto diesel oggetto dello scandalo e, come ha confermato Olaf Lies, componente del board, è stato lo stesso Consiglio a chiedere provvedimenti personali. Tradotto: cadranno altre teste, (si fanno i nomi di Heinz-Jakob Neusser, Wolfgang Hatz e Ulrich Hackenberg). Quanto alla lotta per la successione, i tre candidati che ambiscono a sedersi nella plancia di comando del Gruppo, una sedia più che mai calda e dalla quale fronteggiare le conseguenze che lo scandalo sulle emissioni porterà con sé nelle prossime settimane e mesi, sono uomini già da tempo integrati in posizioni apicali nei marchi della galassia Volkswagen-Audi. Il profilo di Matthias Muller è quello che gode delle quotazioni maggiori: presidente e CEO di Porsche dal 2010 è arrivato in Audi nel 1977, con una laurea in ingegneria informatica in tasca e si è occupato di Analisi dei sistemi tra il 1984 e il 1992. Ha guidato il progetto della prima generazione di Audi A3, dal 1993, prima di assumere le redini nel 1995 dell'intera gestione del prodotti del marchio. Dal 2003 è diventato responsabile della coordinazione delle linee produttive Audi e Lamborghini, per poi trasferirsi in Volkswagen nel febbraio 2007, andando a capo del dipartimento che sovrintende tutti i nuovi progetti a livello globale. Tre anni dopo sarà al vertice Porsche. La seconda figura interna e di lungo corso nel Gruppo Volkswagen-Audi è quella di Rupert Stadler, oggi a capo della casa dei Quattro anelli. Formazione economica per Stadler, 52 anni, bavarese. Entra in Audi nel 1990 nelle vesti di controllore nell'area Marketing e Vendite. Passa alla divisione spagnola di Volkswagen-Audi nel '94, direttore commerciale fino al 1997, quando ricopre la carica di capo dell'ufficio del CdA. E' al vertice della programmazione dei prodotti del gruppo nel gennaio 2002, diventando membro del CdA Audi un anno dopo. Prenderà le redini del Consiglio nel 2007 e nel 2010 entrerà nel CdA di Volkswagen. Terzo candidato, Herbert Diess, 57 anni, provenienza BMW, da poco nominato capo della divisione auto in Volkswagen. A Monaco di Baviera è stato consigliere d'amministrazione tra il 2007 e il 2014. Fa parte della schiera dei manager-ingegneri, con una laurea in ingegneria meccanica e una in ingegneria del veicolo; approda nel 1989 in Bosch, dove diventa direttore Tecnico, della programmazione e manutenzione nell'impianto spagnolo di Treto nel 1990. Farà carriera fino al ruolo di direttore generale dello stabilimento nel 1993. Entra in BMW nel 1996, rivestendo una molteplicità di ruoli, anche nella divisione moto della casa di Monaco di Baviera (2003). Lascerà per il nuovo ruolo in Volkswagen, effettivo dallo scorso 1 luglio. Fabiano Polimeni

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