L'auto è la seconda casa per gli italiani

L'auto è la seconda casa per gli italiani
La ricerca di AutoScout24. Il 60% si è dichiarato restio a caricare altri passeggeri che non siano familiari e amici e a prestare il proprio veicolo

di Redazione

01.10.2015 ( Aggiornata il 01.10.2015 00:08 )

Una sorta di estensione della propria casa di cui sono gelosi, anzi, gelosissimi. Per sei italiani su dieci l’automobile è anche questo, non un semplice mezzo di locomozione. Secondo un’indagine europea condotta da AutoScout24, infatti, per il 60 per cento dei nostri connazionali l’auto è a tutti gli effetti un rifugio personale, un luogo che, come l’abitazione, garantisce la privacy. E soprattutto rappresenta un posto da condividere soltanto con la famiglia e occasionalmente con gli amici, molto raramente con degli estranei. Anche a livello europeo, a dire il vero, la percentuale di coloro i quali ritengono l’auto un rifugio è piuttosto alta (il 54%) ma sono gli italiani a raggiungere il 60 per cento e a considerare la privacy un valore irrinunciabile a tal punto da essere restii a caricare ulteriori passeggeri, con buona pace di sistemi di autostop organizzato, meglio noti come car pooling, o a prestare il proprio veicolo. Una tendenza che si manifesta indipendentemente dal fatto che la vettura sia di proprietà o meno. In molti casi, infatti, l’automobile è una sorta di ufficio viaggiante dove si ripongono anche documenti importanti per il proprio lavoro, un luogo che porta ben impressa la personalità, gli interessi del proprietario. Una tendenza in crescita in particolare da quando le vetture consentono di rimanere facilmente in contatto con il mondo esterno per mezzo di avanzati sistemi di infotainment. I meno intransigenti in Europa, invece, sono i francesi. Forse non è un caso che proprio oltralpe sia nata Bla Bla Car, la community dei passaggi in auto più famosa del Vecchio Continente: il 36% dei francesi, infatti, si dichiara disposto a offrire un posto anche a coloro che non appartengono al proprio nucleo familiare o alla propria sfera di conoscenze. Di fatto soltanto il 24,7% degli intervistati considera attuabile la condivisione dei propri posti liberi con passeggeri interessati a percorrere lo stesso tragitto. A sorpresa la percentuale diminuisce ulteriormente nei piccoli centri, dove il car pooling avrebbe più ragione di affermarsi a causa della carenza e, almeno per quanto riguarda l’Italia, della quasi totale assenza, di mezzi pubblici.  

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