Volkswagen, risparmiare 2 miliardi? Si può

Volkswagen, risparmiare 2 miliardi? Si può
Anzitutto, razionalizzando il numero di varianti per ogni modello. In California il CARB vuole soluzioni per i 3.0 V6 Tdi

di Redazione

27.11.2015 ( Aggiornata il 27.11.2015 18:13 )

Oltre al taglio di 1 miliardo negli investimenti non strettamente necessari, già definito sul 2016, in Volkswagen si guarda a come risparmiare altre risorse, ad esempio razionalizzando ulteriormente l'offerta sul versante dei prodotti. La ricetta la fornisce Bernd Osterloh, figura di spicco a Wolfsburg, con un posto nel Consiglio di sorveglianza e nel comitato aziendale. Le stime si spingono fino a 1,9 miliardi di risparmi, utili per affrontare le sanzioni del dieselgate che arriveranno. Una somma garantita intervenendo sull'offerta di varianti e allestimenti dei singoli modelli del marchio Volkswagen nello specifico. «Dal comitato aziendale abbiamo a lungo segnalato l'enorme numero di varianti e componenti diverse, che portano un'elevata complessità e costi aggiuntivi, ad esempio sulla logistica. Possiamo tagliarli su larga scala e non parlare di tagli sul personale», le parole riportate dall'agenzia Bloomberg. Unitamente alla razionalizzazione dell'offerta, ci si attende anche una ridefinizione dei bonus riconosciuti al top management, altro fronte sul quale ridurre le uscite. Restando ai numeri, strettamente da leggere come miliardi di euro da tenere nella borsa, l'obiettivo è fissato a 5 miliardi, questa la quota complessiva puntata da Herbert Diess, derivante da una maggiore efficienza generale internamente al gruppo.

In California vogliono soluzioni

Su un altro fronte, sempre legato al dieselgate ma specifico sulle ultime rilevazioni dell'EPA, che accusa anche i V6 3 litri TDI di adottare il defeat device ormai noto, si registra l'accelerazione del California Air Resource Board, ente di Stato, regolatore sulle emissioni inquinanti e la qualità dell'aria, che ha richiesto l'adeguamento dei veicoli incriminati prodotti dal 2009 al 2016. Dal gruppo tedesco si è provato a chiarire all'ente come il dispositivo non sia uguale a quello identificato sui motori EA189, ammettendo al tempo stesso di non averlo segnalato in sede di omologazione, come ha riportato il Financial Times nei giorni scorsi. Adesso, viene dato un termine di 45 giorni per proporre al CARB una soluzione, da applicare alla quota (circa 15 mila auto) di parco circolante in California sulle complessive 85 mila unità coinvolte. Fabiano Polimeni

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