UNRAE, le proposte per gestire la nuova mobilità

UNRAE, le proposte per gestire la nuova mobilità

Nei prossimi 20/30 anni arriverà l’auto connessa, condivisa, ad inquinamento zero e anche ad incidenti zero, un periodo di transizione da gestire al meglio

di Redazione

06.07.2016 10:10

Roma - E’ giunto il momento di dare una svolta al comparto auto: la tecnologia non aspetta e non si possono più prendere decisioni solo dopo aver riunito, spesso faticosamente, trenta persone attorno ad un tavolo col risultato di partorire interventi frammentari. Ora occorre, secondo l’UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Veicoli Esteri) come ha detto il suo Presidente Massimo Nordio in un incontro con la stampa a sostegno della nuova “Cultura della mobilità”, avvenuto ieri con la partecipazione del Presidente del Censis de Rita e del Ministro dei Trasporti Del Rio, individuare un “Mobility Champion”, una figura di elevato spessore che possa, “nei 20/30 anni che ci condurranno ad un’auto connessa, condivisa, ad inquinamento zero e anche ad incidenti zero - ed è fatale che ci si arrivi - gestire al meglio questo lungo periodo di transizione, accompagnando gli automobilisti fino alla mobilità 2.0”.  “Questo Mobility Champion - ha proseguito Nordio - dovrà essere una persona terza, senza interessi nel settore, che dovrà interagire con tutti e aiutare a scegliere, ad esempio, come e dove indirizzare le risorse disponibili”.

E tutto questo dovrà avvenire, come ci avvertono le statistiche del Censis, anche perché l’auto è attualmente, e sarà anche in futuro, “centrale” negli scenari della mobilità; infatti continua ad aumentare l’uso del mezzo privato sia fra i pendolari che in generale in tutta la popolazione mobile e analizzando le statistiche e gli studi del Censis si vede che, ad esempio, a tutt’oggi ci sono ben 11 milioni di persone che risiedono in aree montane, dove l’unico mezzo di trasporto è l'auto, o che esiste una crescita delle aree metropolitane nella 2a e 3a cintura  urbana ma non nei nuclei centrali, dove è chiaramente più facile organizzare sistemi di mobilità collettiva. 

A questo si accompagna la parallela diminuzione complessiva delle emissioni di CO2 delle nuove vetture e anche una diminuzione delle vittime di incidenti stradali dai primi anni 2000 sino alla fine del 2014 (gli ultimi dati ufficiali si fermano a questo anno e ci sono già invece dati preoccupanti di un aumento degli incidenti e delle vittime da allora ad oggi, n.d.r.); ma sono molteplici i fattori che influiscono sul cambiamento della mobilità, dall’aumento delle auto appartenenti a flotte di noleggio o di car sharing, la vetustà in generale del parco circolante, la mancanza di parcheggi e della diminuzione degli investimenti in infrastrutture o, infine, la frammentarietà a livello locale degli interventi sul tema. Tutti elementi coi quali dovremo avere a che fare ancora per molto tempo e con molti interlocutori: da  qui la necessità di una cabina di regia unica, per migliorare rapidamente nella ricerca delle soluzioni da adottare. 

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