Fields, posti a rischio se non cambiano le norme sui consumi

Fields, posti a rischio se non cambiano le norme sui consumi

A Trump il CEO Ford ha manifestato l'esigenza di rivedere le soglie imposte dall'EPA nel 2025, più flessibilità e attenzione alle effettive richieste del mercato

30.01.2017 16:48

Da un lato l'EPA e la conferma degli obiettivi fissati in materia di consumi di carburante, orizzonte al quale uniformarsi nel 2025 da parte dei costruttori di auto, dall'altro un'industria che cerca una sponda nel presidente Trump per rivedere quelle soglie. Ed è Mark Fields, a.d. di Ford, a tratteggiare le esigenze dei costruttori per evitare di incorrere in un taglio di posti di lavoro, dall'obbligo di dover rispettare i parametri fissati dall'EPA. Certo una prospettiva di segno opposto rispetto alle richieste di maggiori investimenti e apertura di nuove fabbriche sul suolo americano fatta da Trump.

In termini essenzialmente numerici, l'EPA ha fissato in 50 miglia per gallone (4,7 litri/100 km) lo standard di consumo medio che la gamma di veicoli di un costruttore dovrà rispettare nel 2025. Prospettiva che, secondo l'agenzia, poggia su riscontri tecnici precisi: «Sono norme fattibili, pratiche e appropriate, nel miglior interesse dell'industria automobilistica». Così si esprimeva prima dell'insediamento di Donald Trump, Gina McCarthy, direttore dell'agenzia di protezione ambientale, aggiungendo come «l'EPA potrebbe considerare l'adozione di incentivi extra per tecnologie pulite d'avanguardia o riconoscere una flessibilità che assista i costruttori con una programmazione più a lungo termine».

Mark Fields ha rivelato come nell'incontro tenutosi alla Casa Bianca con Trump - al quale hanno partecipato anche Mary Barra e Sergio Marchionne - l'industria non chieda l'eliminazione di regole precise, ma l'esistenza di uno standard nazionale che sia allineato alla realtà del mercato e permetta un certo livello di flessibilità. Il rischio? La perdita di numerosi posti di lavoro,fino a 1 milione, frutto di un incremento dei costi nella produzione dei veicoli per adeguarli con le nuove tecnologie, necessarie per soddisfare le richieste in materia di emissioni e consumi.

Ancora più diretto nel delineare quale sia la partita è stato il presidente dell'associazione nazionale dei concessionari, Mark Scarpelli, dal congresso al quale ha parlato lo stesso Fields: «La tecnologia da implementare per migliorare i consumi può aggiungere tra 1.500 e 3.000 dollari al prezzo di un veicolo. Gonfi il prezzo e una macchina che forse poteva essere alla portata potrebbe non esserlo più».

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