Aston Martin, dopo i risultati record ora si quota in borsa

Aston Martin, dopo i risultati record ora si quota in borsa

Dopo anni di perdite, nel 2017 ha realizzato il primo profitto dopo 8 anni di perdite. La previsioni di vendita 2018 è di 6.400 vetture ma, entro il 2020 gli obiettivi sono di 10.000 auto.

di Redazione

29.08.2018 ( Aggiornata il 29.08.2018 12:02 )

James Bond ci brinderebbe sopra, naturalmente con un Martini e Vodka, scheckerato e non mescolato. Aston Martin ha ufficializzato che si prepara a quotarsi alla Borsa di Londra, confermando le indiscrezioni che erano uscite nei giorni scorsi.

L'Ipo dovrebbe valorizzare la società per circa 5 miliardi di sterline e il gruppo britannico, che intende quotare azioni per circa un miliardo di sterline, ha fatto sapere che pubblicherà il prospetto il 20 settembre.

Aston Martin DBS Superleggera: foto

Aston Martin DBS Superleggera: foto

L'ultima creatura Aston Martin innalza l'asticella delle prestazioni e da una granturismo come DB11 scrive nuovi riferimenti. Mai una Aston Martin stradale ha generato tanto carico aerodinamico quanto la DBS Superleggera, spinta da un V12 twin turbo da 5.2 litri e 725 cavalli. Tanti affinamenti tecnici per ridurre il peso e sviluppare stile e aerodinamica. Le prestazioni ringraziano: 338 km/h di velocità massima, 3"4 per accelerare da zero a cento

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Secondo il marchio inglese si concretizzerà una vendita secondaria da parte degli attuali azionisti, i gruppi di private equity italiani (tra cui Investindusrial di Andrea Bonomi, probabilmente in uscita) e del Kuwait, con un flottante di almeno il 25%. Daimler, che ha il 4,9% delle azioni, dovrebbe rimanere azionista.

La casa britannica, dopo anni di perdite, nel 2017 ha realizzato il primo profitto dopo 8 anni di perdite. Le previsioni di vendita di Aston Martin per l’anno in corso è di 6.400 vetture ma, entro il 2020 e dopo l’entrata in Borsa, gli obiettivi sono di 10.000 auto. Aston Martin sarà la prima casa automobilistica britannica quotata a Londra dopo anni in seguito alla vendita di nomi come Jaguar, Bentley e Rolls-Royce a proprietari stranieri.

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