Ghosn si è dimesso, il CdA Renault nominerà Bollorè-Senard

Ghosn si è dimesso, il CdA Renault nominerà Bollorè-Senard
La nuova istanza di scarcerazione del manager su cauzione respinta dalla Corte Distrettuale di Tokyo, ha accelerato i tempi del cambio al vertice. Solo così partirà l'operazione di riequilibrio di quote e poteri tra Nissan e la casa francese

di Pasquale Di Santillo

24.01.2019 ( Aggiornata il 24.01.2019 13:22 )

Erano attese, sono arrivate. Dopo l’insistente tam tam dei giorni scorsi, in merito alle imminenti dimissioni di Carlos Ghosn dalla Presidenza di Renault, oggi i giornali francesi le danno per consegnate citando fonti industriali confermate da un'intervista del Ministro delle Finanze, Bruno Le Maire, da Davos a Bloomberg tv. Una decisione praticamente inevitabile dopo che martedì la Corte distrettuale di Tokyo aveva negato l'ultima richiesta per la concessione della libertà su cauzione per l'ex n.1 del gruppo Nissan-Renault-Mitsubishi, in prigione dal 19 novembre con le accuse di una serie di illeciti finanziari. Imputazioni che l'ex tycoon 64enne continua a contestare durante gli interrogatori - che non prevedono la presenza di avvocati - asserendo la sua innocenza. 

Il ricorso per il permesso di scarcerazione era stato presentato per la seconda volta dal team legale di Ghosn, dopo che il pubblico ministero avevo formalizzato la seconda incriminazione per abuso di fiducia aggravata, lo scorso 11 gennaio. Ghosn, tramite il suo portavoce, ha fatto circolare una comunicato agli organi di stampa in cui si dichiarava disposto ad accettare ogni tipo di condizione per ottenere la libertà su cauzione, inclusa la consegna alle autorità del proprio passaporto e l'intenzione di indossare un braccialetto elettronico, e risiedere in Giappone per tutta la durata del processo. Ma la Corte giudiziaria nipponica è stata inflessibile, facendo scattare le dimissioni, divenute ormai improrogabili, vista la perdurante impossibilità di Ghosn ad esercitare i compiti legati al suo (ex) ruolo.

Così, oggi è in programma il Cda di Renault che definirà annunciandola la nomina già anticipata della nuova coppia di manager che guiderà il gruppo, Thierry Bolloré e Jean-Dominique Senard, quest’ultimo già presidente di Michelin. Un’accelerazione della vicenda che serve a tutte le parti in causa, anche per sgombrare il campo da voci ed equivoci che da inizio settimana stanno coinvolgendo I componenti dell’alleanza, Renault e Nissan, appunto. Dalle indiscrezioni trapelate dadi media giapponesi che sospettano pressioni di Parigi (avvenute durante i negoziati nippofrancesi a Davos, tra i due presiedenti Macron-Kobe) per una teorica fusione di Nissan con Renault, alla smentita del ministro delle Finanze francese  Bruno Le Maire, cui ha fatto seguito quella ancora più secca del presidente Nissan, Hiroto Saikawa: “Nessun progetto di integrazione tra Nissan e Renault sarà valutato fino a quando non verrà definita la gerarchia aziendale della casa auto francese”.

Le dimissioni di Ghosn e l’annuncio del nuovo management sembrano quindi arrivare al momento giusto per definire una volta per tutte una diatriba che arriva da lontano. In ballo, infatti, c'e' l'opportunità di un bilanciamento delle partecipazioni tra le due case automobilistiche che non riflettono la maggiore redditività di Nissan, e danno un vantaggio non giustificato alla casa transalpina. Il governo francese è infatti ancora oggi il principale azionista di Renault con il 15% del capitale, mentre l'azienda d'oltralpe controlla il 43% della Nissan, con diritti di voto. La Nissan invece, possiede appena il 15% della casa francese e non ha diritto di voto. Sospettiamo che qualcosa cambierà.

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