Ferrari Monza SP2, supercar più bella del 2018

Ferrari Monza SP2, supercar più bella del 2018

La riedizione delle Barchetta degli anni '50 è stata premiata come la Supercar più bella del 2018 al Festival Automobile International di Parigi. Sulla due posti scoperta di Maranello è montato il V12 da 810 cv della 812 Superfast

di Pasquale Di Santillo

31.01.2019 ( Aggiornata il 31.01.2019 13:00 )

Chi ha scritto, detto, pensato, anche solo immaginato che la bellezza sia un valore estremamente ed esclusivamente soggettivo, può mettersi l’anima in pace. Non è così. Non sempre, ma non è così. In alcuni casi, che si parli di persone, oggetti, macchine, quello che volete, la bellezza si trasforma in un valore così assoluto, così profondamente indiscutibile da essere esteso, se non universalmente, almeno alla maggioranza di chi guarda e giudica.

Ferrari Monza SP1 e SP2: foto

Ferrari Monza SP1 e SP2: foto

La nuova famiglia di sportive evocative di Maranello debutta con una barchetta monoposto o biposto: aerodinamica raffinata al servizio di fome minimaliste e di un motore V12 da 6,5 litri da 810 cv: da 0 a 100 km/ in 2"9, a 200 km/h in 7"9.

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Quando nell’autunno scorso, avemmo la fortuna di assistere all’anteprima Mondiale delle nuove Ferrari Monza SP1 e SP2, capimmo in pochi secondi di essere di fronte a qualcosa di speciale, di assolutamente unico. A due capolavori di design, due sculture ancora non in movimento, espressione più piena della capacità degli uomini del Centro Stile Ferrari, guidati da Flavio Manzoni, l’ispiratore del tutto, di riprodurre le emozioni delle antiche Barchette, le vincitutto sportive degli anni '50, reinterpretate in chiave moderna, ma senza perdere un grammo di quella potenza affascinante di allora, anzi perfettamente in grado di esploderla in maniera esponenziale.

Una dimensione estetica che evidentemente è stata perfettamente recepita dalla giuria di esperti del Festival Automobile International di Parigi, giunto alla trentaquattresima edizione, che ha premiato la Ferrari Monza SP2 come la supercar più bella dell’anno 2018, davanti a 600 ospiti, tra cui molti esponenti del mondo dell’auto. Dimensione che non deve far dimenticare il suo cuore, il tradizionale cuore di Maranello, il motore, visto che sulla due posti Monza SP2 è montato il V12 da 810 cv della 812 Superfast.

Ma se il motore del Cavallino è una certezza, l’eterna tradizione di Maranello, che non si smentisce mai, quelle che stupiscono, che continuano a stupire sono le linee. Che diventano le nuove certezze, ormai consiolidate anch'esse e nella fattispecie rappresentano quell’ideale unione di tempo e spazio che regala alla Ferrari Monza SP2, una sorta di immortalità temporale. Già, insieme alla “sorella” SP1, la Monza SP2 ha fatto nascere un nuovo concept, denominato Icona, ispirato, appunto, alle più evocative Ferrari da corsa degli anni ’50. Una maniera intelligente e decisamente attuale di riscrivere le pagine di una storia gloriosa, con uno stile davvero senza tempo, accompagnato da contenuti altamente tecnologici, insieme alle già citate elevate prestazioni, frutto della ricerca continua nel campo dell’innovazione, e costante marchio di fabbrica di Maranello. 

Flavio Manzoni e il centro Stile di Maranello sono riusciti a concepire e realizzare un design così puro, così nitido e continuo, come se la macchina nascesse da un unico tratto di matita, che dal passato arriva direttamente al presente, senza per questo togliere, né all’uno né all’altro, il peso e la qualità delle rispettive dimensioni. E infatti si possono apprezzare le forme eleganti e minimaliste, i dettagli raffinati, lo sforzo di evitare esasperazioni formali, per esaltare in maniera ancora più nitida le caratteristiche delle più recenti vetture da pista. Mentre le linee essenziali fanno riemergere quel sapore retrò che sa di strade polverose e piste antiquate. In definitiva, un potente racconto fatto con il design, capace di unire in maniera indissolubile il pilota e l’automobile, per una simbiosi che sa di divertimento e di velocità. Dove l’estetica, la bellezza diventa un valore assoluto. Indiscutibile, appunto.

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