La prima vettura firmata da Ferdinand resta invenduta a causa di alcuni clamorosi errori di pronuncia
22.08.2019 11:29
“Eh, va beh, ma l’italiano è una lingua maledetta…”. Lo diceva Paolo Villaggio, in “Fantozzi, il ritorno” in un esilarante dialogo con la signorina Silvani.
Il progetto nato per la Berlino-Roma, gara di 1.500 km del 1939, mai disputata, diventerà Porsche Type 64. Ovvero, il primo tassello della storia Porsche "ufficiale", che prenderà il via nel 1948 con la 356, affiancata alla presentazione dal manifesto che era la Type 64. Adesso, quell'auto, in condizioni assolutamente originali, va all'asta
Guarda la galleryNella nostra lingua, spesso basta cambiare una vocale, una lettera, per stravolgere il significato di una parola… Ma anche l’inglese non scherza, perché un banale errore di pronuncia ha mandato a monte un'asta alla Montery Car Week.
E non un’asta qualunque. All’incanto c’era la Porsche Type 64, non proprio la “prima” vera Porsche, perché realizzata da Ferdinand quando ancora lavorava per Volkswagen, ma la vettura che avrebbe poi portato la sua meccanica alla celebre 356.
Una macchina con un carico di storia incredibile, l’ultima rimasta delle 3 realizzate: tanto basta per essere un ambìto oggetto dai collezionisti.
E invece, durante l’asta di Sotheby’s il caos, generato dal banditore a causa della sua pronuncia del prezzo di vendita. L’asta partiva da 13 milioni, ma il “thirteen” era un po’ troppo simile al “thirty”, cioè 30. Stessa ambiguità ripetutasi per i successivi rilanci a 15 milioni, diventati 50, e 17 pronunciati come 70.
Ad aumentare la confusione, i prezzi corretti pubblicati sul tabellone luminoso dagli organizzatori, ma che hanno solo generato il malcontento e i fischi in sala del pubblico.
Risultato finale? Auto invenduta, nemmeno al prezzo di riserva.
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