Mini, 60 anni fa nasceva il mito

Mini, 60 anni fa nasceva il mito

Era il 26 agosto quando la British Motor Company svelò il risultato di un lavoro stupefacente e irresistibile: la più democratica delle fuoriserie e la più lussuosa delle utilitarie

di Redazione

26.08.2019 18:22

Sono passati esattamente 60 anni da quel 26 agosto 1959, giorno in cui la British Motor Company presentò al mondo la Morris Mini-Minor e la Austin Seven. La storia narra che sia stata la Regina d'Inghilterra in persona a volere questi due modelli. Il motivo era semplice: venire incontro alle crescenti difficoltà degli inglesi, oppressi dalla prima crisi energetica del dopoguerra. Una macchina semplice, utilitaria e lussuosa allo stesso tempo, con due porte e consumi ridotti. Versatile sotto ogni punto di vista, tanto che già nel primo anno di vita nacquero altri due modelli: Estate e Van.

MINI Cooper SE: foto

MINI Cooper SE: foto

La prima MINI a batterie è realtà. Ha numeri sportiveggianti per coppia e potenza, l'accelerazione è decisamente briosa, sconta però un aggravio di peso di 145 rispetto alla Cooper S classica. Su strada a marzo 2020, si può già ordinare con un deposito di 500 euro

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Il fascino di Mini

La Mini colpì immediatamente tutti, dalla gente comune ai divi del cinema, dai guidatori di tutti i giorni ai piloti professionisti. Una rivoluzione nel mercato delle auto che va a braccetto con la musica dei Beatles e dei Rolling Stones e con la nuova moda delle gonne corte. Cambiò così il costume, lo stile di vita e l'etica non solo dei paesi oltremanica, ma di tutto il mondo. Ovunque fu Mini mania e chiunque avesse la possibilità di farlo, subito corse a personalizzare la propria vettura. Il successo della macchina disegnata da Sir Alec Issigonis divenne planetario nel 1963, quando Peter Sellers ne acquistò una, realizzata dal carroziere Harold Radford, con decorazioni “paglia di Vienna” sulle fiancate per il compleanno della moglie Britt Ekland. A seguire celebrità del calibro di Ringo Starr e di Steve McQueen allestirono la propria Mini personalizzata. 

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1966, l'anno della squalifica

Indimenticabile, per tutti gli appassionati di motorsport, il Rally di Monte Carlo del 1966, quando sul podio salirono tre Mini, ma vennero tutte squalificate dagli organizzatori francesi a causa di presunte irregolarità riguardanti i nuovi fari allo iodio che utilizzavano. La stampa sportiva gridò allo scandalo: le acque si calmarono solo l'anno seguente, quando Rauno Aaltonen vinse sullo stesso circuito con la Cooper S.

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Il declino e la rinascita

La fama e il successo accompagnarono la Mini anche negli anni '70 e '80, ma piano piano, con l'arrivo della tecnologia, della velocità e degli eccessi, iniziò il declino. Mini si congedò dal grande pubblico il 5 ottobre del 2000 con due versioni speciali: Knightsbridge e Cooper Sport Pack. Sembrava che il sogno finisse con la n° 5.387.862, l'ultima vettura prodotta, ma al Mondial de l’Automobile di Parigi, pochi giorni prima, venne presentato un nuovo modello di Mini. Una nuova Cooper che avrebbe conquistato ancora una volta il mondo. Questa volta, però, sotto il vigile occhio della BMW, che acquistò la Mini. Da Mini si passò a MINI: semplicemente più grande, più performante e con più varianti, ma che mantiene il solito fascino e allo stesso tempo guarda al futuro. Infatti, nel 2020, sarà elettrica. Questa, però, è tutta un’altra storia.

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