"Automobile": una parola prima maschile, poi femminile

"Automobile": una parola prima maschile, poi femminile

La disputa sul termine, derivante dal francese "automobile", coinvolse anche personalità della cultura italiana come Marinetti e D'Annunzio

di Redazione

27.08.2019 ( Aggiornata il 27.08.2019 17:29 )

Ognuno di noi, almeno una volta nella vita, si è chiesto se la parola auto, anzi automobile, fosse di genere maschile o femminile. Un quesito sulla carta semplice ma che, al suo interno, nasconde una storia davvero interessante e che coinvolge addirittura personalità illustri della letteratura italiana, da Gabriele D’Annunzio a Filippo Tommaso Marinetti.

Perché si guida a destra

Origini del nome

Partiamo dalla nascita stessa del nome: automobile. La parola deriva dal termine francese "automobile" a sua volta composto da due parole, una greca e una latina: la prima parte prende spunto dal greco α?τ?ς (autòs) "stesso, di sé, da sé", mentre la seconda dall'aggettivo latino mob?lis, "mobile, che si muove”. Ne viene così fuori una parola composta che vuol dire “che si muove da sé”.

Taxi, sapete perché negli USA sono gialli?

Panzini e Marinetti

Tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900, quindi in pieno pionierismo motoristico, il termine era declinato soprattutto al maschile, tanto è vero che “gli automobili” stavano a indicare ogni tipo di vettura, a scoppio, a vapore, elettrica o che si muovessero su terra o mare. Se, però, l’aggettivo era concordabile in entrambi i generi, per ciò che riguarda il sostantivo le cose sembrarono prevalere, agli inizi del XX Secolo, per la declinazione maschile. Lo affermavano sia Alfredo Panzini nel suo Dizionario Moderno (edito nel 1905) sia Filippo Tommaso Marinetti in quel Manifesto sul futurismo che nel 1909 venne pubblicato addirittura su “Le Figaro”.

Quando è stata fatta la prima multa per eccesso di velocità?

La lettera di D'Annunzio

Ma, con il passare degli anni, l’automobile sia nella lingua scritta che parlata assunse sempre più spesso una declinazione femminile. Grande impuslo a questo cambiamento arrivò anche da Gabriele D’Annunzio che, nel 1920, in una lettera al Senatore Giovanni Agnelli, uno dei fondatori della Fiat nonché zio del futuro “Avvocato”, espresse il suo favore per l’uso femminile del termine.

Oggi, naturalmente, il termine è declinato solamente al femminile ma, come visto, questa è una storia bella e ultracentenaria che, a distanza di secoli, non smette di affascinare tutti gli amanti delle quattro ruote.

  • Link copiato

Commenti

Leggi auto.it su tutti i tuoi dispositivi

Auto, copertina del meseAuto, copertina del meseAuto, copertina del mese