Mercato auto, in Europa estate con il -3,2%

Mercato auto, in Europa estate con il -3,2%

Il bimestre luglio-agosto ha fatto registrare meno vendite rispetto allo stesso periodo del 2018. Il 2020 si prevede con lo stesso trend, a causa della situazione economica internazionale e di uno scenario automobilistico che sta cambiando completamente

di Redazione

18.09.2019 ( Aggiornata il 18.09.2019 16:08 )

In tutta Europa l’automobile vive un momento tutt’altro che positivo. I dati sul mercato globale del Vecchio Continente fanno registrare un calo delle vendite anche dopo l’estate 2019.

MENO 3,2%

Dopo il rincuorante +1,2% registrato a luglio, il mese di agosto si è portato via addirittura il -8,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. C’è da dire che nel 2018 ci fu un lauto incremento  per l’introduzione del WLTP. I dati diffusi dall’ACEA – Associazione dei Costruttori Europei – ci dicono che le vendite nei Paesi dell’UE compresi quelli che aderiscono all’EFTA sono state 1.330.226 a luglio e 1.074.169 ad agosto. Considerando tutti i primi otto mesi dell’anno solare, la percentuale di scarto in negativo è del 3,2%.

Mercato auto, dati negativi: -3,1% ad agosto

I DATI DEL BIMESTRE LUGLIO-AGOSTO

Il bimestre luglio-agosto, analizzato per nazioni, ci restituisce un calo vendite in 18 dei 30 paesi interessati: Germania, Svezia, Grecia, Cipro e otto mercati minori dell’Europa Orientale contribuiscono a rialzare la media rispetto al trend del segno meno. Nei cinque mercati principali continuano a scendere le vendite in Francia (-7,5%) e Spagna (-20%), mentre il nostro paese contiene i danni con il -1,1%. Regno Unito a -3,2% e Germania che controbilancia con un +1,9%.

IL FUTURO NON è ROSEO

Quello che si prospetta è un 2020 condizionato dall’entrata in vigore dei target restrittivi sulle emissioni di CO2. Elettrificazione, connettività, guida autonoma saranno al centro di un cambiamento del modo di vedere la mobilità, e probabilmente andranno a pesare su una situazione già non certo positiva. In più, lo stop della Germania da cui dipende grande fetta dell’economia europea e la minaccia della “No deal Brexit” pesano come ulteriori macigni alla situazione internazionale. La svolta deve arrivare con interventi mirati a sostegno dell’industria automobilistica, che attualmente dà lavoro a 14 milioni di cittadini europei e che non può permettersi di affrontare continue perdite senza un’inversione di tendenza.

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