Fusione FCA PSA, il colosso da 50 miliardi di dollari

Fusione FCA PSA, il colosso da 50 miliardi di dollari

Partita l'operazione che porterà alla nascita del quarto gruppo automobilistco al Mondo. FCA e PSA si sono promessi sposi, ora iniziano le trattative per arrivare all'accordo finale

di Pasquale Di Santillo

1 novembre 2019

Confermato, si sposano. Per le pubblicazioni e le nozze ci sarà bisogno di ancora un po’ di tempo. Ma come si era ormai capito, FCA e PSA si sono promessi da tempo vita...eterna e fedeltà reciproca. Se non succedono cataclismi, nascerà davvero la quarta potenza dei produttori di auto, anche se, con Renault-Nissan-Mitsubishi in difficoltà, il podio è davvero alla portata. Del resto, quando crei le condizioni per far nascere un colosso produttivo da 50 miliardi dollari (45 di euro), con risparmi già quantificati in sinergie per oltre 3,7 miliardi di euro all’anno, c’è poco da stare a sottilizzare. È un’operazione mostruosa, oltre che storica. Di fatto quella che aveva impostato lo stesso Sergio Marchionne, mettendo sul mercato - dopo il miracolo della fusione con Chrysler e il relativo salvataggio di Fiat - una FCA priva di debiti, pronta per essere portata alll’altare, pardon alla fusione, dal primo serio pretendente. A lui, Marchionne, prima della scomparsa, andarono a vuoto un paio di tentativi, ma non è un caso che a raccogliere simbolicamente il suo testimone sia quel Carlos Tavares pronto nel 2016 a fare il suo braccio destro, nel primo serio tentativo di fidanzamento tra FCA e PSA. Ma che i rapporti tra le famiglie fossero buoni, conoscendosi da sempre, lo raccontano un paio di pranzi tra John Elkann e Robert Peugeot, uno degli esponenti della famiglia del Leone, tra maggio e giugno, addirittura prima e durante la trattativa andata poi fallta tra FCA e l’alleanza Renault-NIssan-Mitsubishi. Come a dire, si erano sempre piaciuti, adesso si stanno per prendere definitivamente.

Il memorandum

La conferma di quello che era ormai chiaro è arrivata di buon mattina all’apertura delle Borse con un comunicato FCA, poi seguito da uno PSA. Un testo  congiunto per spiegare quello che era ormai abbastanza evidente. Per l’annuncio ufficiale, bisognerà aspettare almeno un mese, tempo di redigere il memorandum dell’accordo che le parti hanno concordato . L’architettura del nuovo Gruppo comunque è decisamente definita: parliamo di una fusione alla pari nonostante la composizione del nascituro CdA sia composta sì, da 5 elementi per parte, ma mentre John Elkann che sarà Presidente è compreso tra i 5 di FCA, Carlos Tavares, confermato come CEO, no, è l’undicesimo elemento della squadra - con PSA che conterà comunque su 5 elementi - l’ago della bilancia, colui che realmente avrà le redini del comando e resterà in carica per cinque anni. La nuova società, una volta andata davvero in porto, avrà la sede in Olanda e sarà quotata a Milano, Parigi e Wall Street. Sede olandese vagamente contestata da una parte dei sindacati francesi, mentre quelli italiani hanno applaudito in coro.

Le reazioni della politica

La condivisione del progetto arriva anche dal fronte politico: «E’ un’operazione di mercato, non posso giudicare l’accordo ma quello che preme al governo è che sia assicurato il livello di produzione e quello di occupazione in Italia e quindi la continuità aziendale» ha  afferma il premier Giuseppe Conte. Trovando riscontro anche nel pensiero del ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, la stessa persona che a giugno insieme al Presidente Macron aveva affondato la trattativa con Renault-Nissan: «Il progetto - ammette - è una buona notizia per l’industria francese e quella europea, ma vigileremo attentamente sulla tutela dei posti di lavoro e dei siti industriali che era e resta la priorità del governo francese».

Cosa dicono in FCA

Sul fronte FCA nessuna conferenza stampa, piuttosto due lettere ai dipendenti da parte di Elkann e dell’ad Mike Manley. «Vedo l’opportunità di creare qualcosa di davvero speciale insieme - spiega l’erede dell’Avvocato - un gruppo che riunisce le capacità, l’intelligenza e la passione di due aziende forti e di successo, attingendo il meglio da entrambe. Il nostro obiettivo comune è quello di creare un gruppo leader nella mobilità sostenibile, in grado di cogliere le tante opportunità di una nuova era. Abbiamo lavorato molto per garantire un reale equilibrio nella governance e nella gestione del gruppo che stiamo progettando, cercando di identificare e riconoscere in maniera adeguata i punti di forza di entrambi i partner».
Sula stessa linea, l’ad. «La fusione proposta va oltre i numeri e le sinergie. Intendiamo unire due aziende con la stessa visione, lo stesso livello di apertura e fiducia l’uno nell’altro, qualcosa che sappiamo fare bene. FCA è il frutto della nostra capacità di trasformare le differenze in punti di forza. Ci auguriamo di portare a termine i nostri colloqui e raggiungere un “Memorandum of Understanding” nelle prossime settimane. Dopo di che, ci vorrà un po’ di tempo per accordarci e ottenere l’approvazione degli azionisti». Poi non dimentica il quasi nuovo...collega. «Il mio rispetto per il CEO di  Psa, Carlos Tavares, così come la nostra amicizia, durano da circa un decennio. Mi sento stimolato e ispirato all’idea di poter lavorare con lui e con tutti voi per costruire insieme una nuova grande azienda».

PSA, parla Tavares

Il tenore della risposta di Tavares è identico. «Questa convergenza crea un significativo valore per tutti gli stakeholder e apre a un futuro brillante per la società risultante dalla fusione. Sono soddisfatto del lavoro fatto finora con Mike e sarò molto felice di continuare a lavorare con lui per costruire insieme un grande gruppo».
Sullo sfondo, di un matrimonio annunciato, i numeri del terzo trimestre di FCA con una perdita netta di 179 miliardi di euro, mentre i ricavi calano a 27,3 miliardi di euro, come calano del 9% le consegne di auto a causa della flessione in Europa e in Asia soprattutto di Alfa e Maserati. Nulla rispetto a quello che sta per nascere. Ma è meglio non distrarsi troppo e prepararsi al lancio dei fiori.

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