Vicky Piria: “La mia vita tra auto e pista”

Vicky Piria: “La mia vita tra auto e pista”

Pilota, istruttrice e unica italiana a partecipare al campionato W Series, Vittoria “Vicky” Piria si racconta ad Auto.it

di Redazione

12.02.2020 12:12

 

IN PISTA: AMORE RACING

L’abbiamo raggiunta proprio all’indomani di uno dei suoi ultimi viaggi, in Kuwait, chiamata a fare assistenza in pista a bordo di qualche Ferrari. “È andata bene! È stato un evento programmato dal concessionario ufficiale Ferrari del Kuwait, una grande parata-raduno con un centinaio di esemplari, e in cui ho fatto pure un po’ di coaching in pista a vari clienti”.

Pilota professionista e istruttrice di vetture da corsa: una vita dedicata alle auto, la tua.

“Ho cominciato a fare l’istruttrice già a 21 anni, in un periodo in cui ancora le donne istruttrici non c’erano. Ho iniziato con Alfa Romeo, poi Maserati e infine, finalmente, Ferrari, con cui lavoro per la maggior parte. Prima lo facevo molto di più, adesso ho meno tempo libero, però quando posso cerco di fare l’istruttrice, dal test drive del prodotto commerciale fino ai corsi in pista”.

Tanti lavori ad alto tasso di invidia per tutti gli appassionati.

Sono innamorata della pista, è lì che sto bene. Chiaramente preferisco fare il pilota, ma se posso fare coaching, girare un video o uno show televisivo e ho l’opportunità di scendere in pista, la colgo al volo”.

Un’ultima domanda prettamente sportiva: come giudichi il fatto che negli ultimi tempi, soprattutto con le W Series a cui partecipi, l’automobilismo sportivo si sia sempre più legato all’universo femminile?

“Non siamo in pari con gli uomini semplicemente perché non raggiungiamo il loro numero. Però sicuramente ci stiamo avvicinando, anche se è un processo lento. Penso a quando ho cominciato io: c’erano tante ragazze sui go-kart e nessuna sulle monoposto. Io sono stata aiutata da mio padre e dai primi sponsor, ma allora molte non sapevano quale strada prendere. E gli stessi sponsor non prendevano in considerazione l’idea di una pilota femminile. Adesso magari una ragazzina di 8 anni che vuole fare questo mestiere vede delle possibilità, cosa che ai miei tempi non c’era. Secondo me, parte tutto da una questione numerica. Non riusciremo mai ad avere la parità 50 e 50, però quando avremo il 30 % di piloti donne e il 70 % uomini, sarà sicuramente un bel traguardo”.

  • Link copiato

Commenti

Leggi auto.it su tutti i tuoi dispositivi

Auto, copertina del meseAuto, copertina del meseAuto, copertina del mese