Immatricolazioni auto Europa Occidentale: a gennaio -7,4%

Immatricolazioni auto Europa Occidentale: a gennaio -7,4%

Il 2020 non parte bene per il mercato automobilistico di Ue, Efta e Regno Unito. Lo scorso mese sono state immatricolate 1.135.116 vetture. Segno meno anche per FCA con un calo del 6,7%

di Redazione

18.02.2020 ( Aggiornata il 18.02.2020 15:51 )

Se già in Italia il 2020 era iniziato con il segno meno per il mercato automobilistico, facendo registrare un calo complessivo del 5,9 %, i dati appena rilasciati dall’Acea (l'associazione dei costruttori europei dell'auto) sul mercato delle quattro ruote dell'Europa Occidentale (Ue, Efta, Regno Unito) parlano di una diminuzione del 7,4%. In totale, sono state immatricolate 1.135.116 vetture.

Gruppo FCA

Scendendo nel dettaglio del Gruppo FCA, i dati dimostrano 64.148 auto immatricolate: 6,7% in meno rispetto a gennaio 2019. Nonostante questo, Fca registra lievi miglioramenti per singolo marchio. Per esempio, Fiat con più di 47.200 registrazioni ottiene per il mese di gennaio una quota del 4,2% (un anno fa era il 3,9%). Soprattutto in Italia, le vendite del brand crescono del 5,6%: regine del segmento A, ancora una volta, Panda e 500 (quota del 37,6%). Ma la vera star è la Panda con quasi 16.900 immatricolazioni e una quota del 20,45%. Per l’altra city car del marchio si parla di oltre 14mila registrazioni e un aumento delle vendite del 12,5%. Nota di merito anche per Alfa Romeo che a gennaio immatricola 3.400 vetture e si attesta sulla quota dello 0,3%. La più venduta nel segmento, in Italia, è la Stelvio.

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I motivi del calo

A dare una spiegazione dell’inizio anno in calo, ci ha provato il Centro Studi Promotor. Secondo il presidente Gian Primo Quagliano, il segno meno sul mercato automobilistico dell'Europa Occidentale è da attribuirsi al fatto che “in primo luogo a gennaio si paga la forzatura fatta a dicembre per smaltire scorte di auto che non sarebbe più stato possibile vendere nel 2020 per il nuovo giro di vite sui livelli di emissioni. Pesa ancora la demonizzazione del diesel che determina un crescente interesse per le alimentazioni alternative a cui non corrisponde un'offerta di auto elettriche coerente con la capacità di spesa della massa degli automobilisti e una situazione delle infrastrutture per la ricarica delle batterie ancora molto lontana dagli standard minimi”. Quali sono le conseguenze di questi fattori? Quagliano parla di “una crescita in termini percentuali, ma non in valori assoluti delle immatricolazioni di vetture elettriche accompagnata dalla richiesta di incentivi pesanti ma non ci sono in questo momento in Europa le condizioni perché queste possano essere accolte. Il quadro economico è in rallentamento e l'influenza da Coronavirus potrebbe penalizzare fortemente anche gli acquisti di automobili”.

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I mercati che scendono

Tra i mercati presi in analisi, i maggiori cinque dunque, quello che presenta il calo maggiore è il mercato francese, con un -13,4%. Nonostante questo, si registra un aumento delle vendite di auto elettriche a gennaio: 10,9% contro il 2,8% di gennaio 2019. Non bene nemmeno la Germania, che registra un -7,3%. Diminuiscono le immatricolazioni di vetture diesel e salgono quelle a benzina e le alimentazioni ecologiche. Stesso discorso per l’Italia: l’interesse per l’auto elettrica 100% registra un incremento clamoroso, il 586,6%, ma allo stesso tempo l’incidenza sul mercato resta minima (appena l’1,2%).

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