Forum Automotive, uno sguardo al futuro tra incentivi e fondi europei

Forum Automotive, uno sguardo al futuro tra incentivi e fondi europei

Il mondo dell'auto è stato uno dei più colpiti dagli effetti della pandemia: le voci più autorevoli del settore hanno provato a capire come uscire dalla crisi

di Lorenzo Lucidi

27.07.2020 ( Aggiornata il 27.07.2020 18:13 )

Il Covid-19 e le sue conseguenze rischiano di lasciare un segno profondo e duraturo sull'economia dell'Italia. Soprattutto in un settore come quello dell'automotive, spesso non adeguatamente sostenuto dalle istituzioni e duramente colpito dagli effetti della pandemia. Durante i mesi del lockdown il mercato dell'auto è stato letteralmente quasi azzerato, e ancora oggi i numeri restano nettamente inferiori a quelli degli ultimi anni (a giugno, nonostante la progressiva ripresa, le vendite sono risultate inferiori del 23% rispetto allo stesso mese del 2019). Come fare a ripartire? Il tema è stato trattato nel quinto Forum Automotive, relativo al primo semestre 2020, in cui molte voci autorevoli hanno dato il loro parere.

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Gli incentivi non bastano

Al centro delle discussioni del Forum c'è stato il tema degli incentivi in vigore dal 1° agosto fino alla fine dell'anno, per i quali il Governo ha stanziato finora 50 milioni. Un'iniziativa apprezzabile, ma insufficiente,secondo le voci che si sono succedute durante gli incontri. La speranza è infatti quella che dall'alto arrivino aiuti all'intero settore, non solo a chi deve acquistare un'auto nuova.

Il giornalista Pieluoigi Bonora, promotore dell'evento, ha messo in guardia dai rischi di trovarsi, nei prossimi, a far fronte con problematiche molto serie, relative anche e soprattutto all'occupazione: "Il 'motore' dell’economia deve ripartire tra incertezze e speranze, ma purtroppo in questo momento le prime superano nettamente le seconde, e le preoccupazioni arrivano anche dal mondo sindacale, che si prepara ad affrontare un nuovo autunno caldo, dopo quelli del passato legati ai rinnovi dei contratti collettivi delle varie categorie di lavoratori".

Dello stesso avviso Roberto Benaglia, neo segretario generale di Cisl-Uil: “Nelle fabbriche si respira un clima di grande incertezza e bisognerà utilizzare questi mesi che precedono l’autunno per progettare investimenti che guardino al futuro e non a modelli di produzione superati”.

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Ripresa lenta

La domanda principale è stata quella relativa al quando i livelli di mercato potrebbero tornare ai livelli pre pandemia. La risposta arriva da Dario Duse, di Alix Partners secondo cui: “L’automotive dovrà affrontare un deserto dei profitti più ostico rispetto a quanto ci aspettavamo lo scorso anno, ma tornerà ai volumi 2019 in tre o quattro anni, recuperando il terreno perduto”. A livello economico i anni potrebbero alla fine quantificarsi in 220 miliardi di dollari.

Dalle altre voci che hanno parlato durante il Forum arrivano infine due speranze. La prima, a breve termine, è relativa agli incentivi: troppo pochi i 50 milioni stanziati per un mercato che in 6 mesi, come sottolinea Marco Alù Saffi di Ford Italia, ha perso 600.000 immatricolazioni: il modello da seguire sarebbe quello francese. La speranza a lungo termine è quella condivisa da molti dei partecipanti al Forum: arrivare a un ripensamento dell'intero settore, sfruttando i fondi europei spettanti all'Italia. Investendo tra l'altro nei settori green in crescita, come quello delle batterie.

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