La Casa del Cavallino meglio del previsto, nonostante l'impatto della pandemia
05.11.2020 ( Aggiornata il 05.11.2020 09:49 )
Più guadagni anche con meno auto consegnate per Ferrari nel terzo trimestre 2020. La scelta strategica del Cavallino nei primi nove mesi dell’anno prosegue secondo i progetti, anzi leggermente meglio: il tutto nonostante la pandemia.
La Casa di Maranello ha annunciato i risultati preliminari consolidati del terzo trimestre e dei primi nove mesi del 2020.
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L’utile netto è stato di 171 milioni di euro, l’1% in più dello stesso periodo dello scorso anno. In calo del l 3% i ricavi netti, per 888 milioni di euro, Ma salgono quelli relative alle vendite del 2,6% sospinti dalle consegne Ferrari Monza SP1 e SP2.
Calo invece per “sponsorizzazioni, proventi commerciali e relativi al Marchio” a quota 93 milioni di euro, 30,9% in meno. Qui il Covid19 ha pesato: meno GP di Formula Uno, meno clienti nei negozi e visitatori nei Musei Ferrari.
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In calo anche le consegne di auto, nel terzo trimestre si attestano sulle 2.313 unità, in diminuzione di 161 unità rispetto al 2019.
Ma c’è un motivo e lo spiega direttamente Ferrari. "In linea con la cadenza del piano di produzione per l’intero anno della Società, che prevede il recupero di 500 unità delle 2mila vetture perse a seguito della sospensione produttiva di sette settimane causa Covid”.
Sono calate del 12,8% le vendite dei modelli V8, mentre quelli dei V12 hanno registrato un aumento del 15,4%. Nello specifico sono andata bene F8 Spider e 812 GTS in Europa, Africa e Medio Oriente, bilanciando la fine del ciclo vita di 488 Pista e Portofino.
Il margine operativo lordo (noto anche come ebitda) è cresciuto del 6,4%, arrivando a quota 330 milioni di euro. Il risultato prima degli interessi e delle tasse (ebit) è di 222 milioni, in calo del 2%. Il free cash flow industriale è di 77 milioni di euro.
Ferrari ha rivisto la guidance 2020, ovvero l’insieme di comunicazioni e previsioni sul mercato in merito agli obiettivi a unlimite superiore di quella del 3 agosto. Ovvero conricavi netti maggiori di 3,4 miliardi, e free cash flow industriale a circa 150 milioni di euro.
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