Unrae, Federauto e Anfia chiedono al Governo una strategia per la transizione energetica

Unrae, Federauto e Anfia chiedono al Governo una strategia per la transizione energetica

I presidenti delle associazioni più rappresentative del settore automobilistico illustrano i passi a loro parere necessari a breve, medio e lungo termine

di Francesco Forni

25.03.2021 ( Aggiornata il 25.03.2021 09:42 )

La filiera dell’auto in Italia chiede, ancora una volta, al Governo e alle istituzioni un confronto per valutare i passi da fare a medio, breve e lungo termine per completare transizione energetica, che non si prospetta indolore.

Necessità di accelerare su elettrificazione

In una conferenza stampa i presidenti di Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), Federauto (Federazione Italiana Concessionari Auto, Veicoli Commerciali e Industriali) e Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) hanno illustrato i punti strategici.

Ovvero la necessità di strategico per guidare il mercato verso l’elettrificazione dei veicoli e accelerare gli investimenti per le nuove tecnologie con particolare attenzione all’automazione, alla connettività, alla diffusione delle infrastrutture (pubbliche e domestiche), anche per l’idrogeno.

Rifinianziare gli incentivi

La necessità a breve termine e quella di rifinanziare a gli incentivi che sono in esaurimento e rendere strutturale fino al 2026 l’ecobonus e prevedere ulteriori incentivi per il ricambio del parco circolante di veicoli destinati al trasporto merci e a quello collettivo di persone.

Infine le tre associazione hanno auspicato una complessiva riforma fiscale sul settore, in particolare, per le auto aziendali a sostegno delle imprese italiane oggi penalizzate rispetto agli altri Paesi europei. E anche  anche una rimodulazione del bollo auto in chiave ecologica.

Paolo Scudieri, presidente Anfia ha detto

Paolo Scudieri, Presidente di Anfia, ha dichiarato: “La mobility revolution implica, per la nostra filiera, una transizione produttiva che richiede notevoli investimenti in nuove tecnologie: non solo elettrico, ma anche idrogeno, connettività, autonomous driving e digitalizzazione dei processi. Una sfida per cui le aziende necessitano del sostegno di interventi da attuare tramite il Recovery Plan per mantenerne alta la competitività e rendere l’Italia attrattiva per nuovi investitori: rafforzare e semplificare gli strumenti di politica industriale e rendere ugualmente accessibili alle imprese del Centro-Nord quelli per le regioni obiettivo; sostenere non solo gli investimenti in R&I, ma anche gli investimenti di riconversione produttiva; sì a programmi per la riqualificazione delle competenze, con misure di incentivazione fiscale e una rinnovata offerta di servizi formativi; si estenda il Piano Transizione 4.0, si favoriscano l’aggregazione delle PMI e le operazioni di private equity".

Scudieri ha aggiunto. "Le misure dedicate allo sviluppo infrastrutturale del Paese devono riguardare rete di ricarica – nel giusto mix tra pubblica, privata e aziendale – infrastrutture per l’idrogeno, tecnologie vehicle-to-grid e smart road. Queste proposte devono concorrere alla creazione di un piano che comprenda l’istituzione di una task force pubblico-privata, in cui ministeri e associazioni competenti possano mettere a frutto una proficua sinergia”.

Adolfo De Stefani Cosentino, presidente Federauto ha dichiarato

Il Presidente di Federauto, Adolfo De Stefani Cosentino, ha detto. “Il 2020 ha avuto impatti significativi sulle reti dei dealer che hanno dovuto fronteggiare un pesante calo del fatturato (mediamente -25%) e un azzeramento della redditività aziendale. Il sostegno al mercato introdotto nella seconda parte dell’anno, attraverso gli incentivi destinati alla domanda, ha consentito di arginare le perdite ma la strada per ritornare in equilibrio è ancora tutta in salita. Un deciso cambio di passo, anche per accelerare il rinnovo del parco circolante auto obsoleto e poco sicuro e colmare il gap competitivo con gli altri principali Paesi dell’Europa, è rappresentato dalla riforma della fiscalità auto". 

Specificando. "La quota delle auto aziendali sul mercato italiano è la più bassa (36%) se confrontata con quella di Germania (62,9%), Regno Unito (54,2%), Francia (53,1%) e Spagna (49,8%) e un intervento sulla percentuale di detraibilità dell’IVA per gli acquisti effettuati da aziende e professionisti e sulla soglia di massima deducibilità dei costi, anche in ottica green, non è più rinviabile. Inoltre, nell’ambito di una strategia complessiva di rilancio del settore automotive risultano imprescindibili una semplificazione e rimodulazione della tassa automobilistica e l’introduzione di misure strutturali con orizzonte temporale medio-lungo per gli investimenti delle imprese di autotrasporto”.

 Michele Crisci, Presidente Unrae, ha detto

Da anni le Case produttrici destinano importanti investimenti per progettare e costruire la nuova mobilità sostenibile. L’inattesa crisi globale ha ora chiamato in causa anche i Governi, perché facciano la loro parte per accelerare il raggiungimento degli obiettivi di uno sviluppo sostenibile che unisca crescita economica e rispetto dell’ambiente. Occorre una pianificazione politica per guidare, nel breve e nel lungo periodo, la transizione verso la mobilità ‘green’ compatibile con le esigenze economiche e sociali di un comparto da sempre trainante per l’economia del nostro Paese."

Concludendo: "Per questi motivi ribadiamo la richiesta alle Istituzioni di rifinanziare gli incentivi per le autovetture nella fascia 61-135 g/km CO2 e per i veicoli commerciali, nonché di rendere strutturale fino al 2026 l’ecobonus per le autovetture fino a 60 g/km CO2. Senza dimenticare i comparti del trasporto merci e persone per i quali è indifferibile l’incremento delle risorse per il rinnovo delle flotte dei veicoli industriali e del parco autobus, con graduale spinta verso le alimentazioni alternative. Infine, è assolutamente urgente modificare la normativa vigente sulle autovetture aziendali in fringe benefit, adeguandola ai nuovi valori di emissione di CO2 in WLTP.”

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