Alfa Romeo, 111 anni di storia proiettati nel futuro

Alfa Romeo, 111 anni di storia proiettati nel futuro

Durante le celebrazioni per i 111 di Alfa Romeo, abbiamo intervistato il CEO Jean-Philippe Imparato con il quale abbiamo fatto il punto sulle prossime mosse del Biscione

di Francesco Forni

24.06.2021 ( Aggiornata il 24.06.2021 17:22 )

Al compleanno numero 111 per Alfa Romeo il CEO Jean-Philippe Imparato ha fatto il punto del futuro a breve e medio termine del Biscione.

“Aspettavo da questo momento da quaranta anni. Non solo per me Alfa Romeo è il più bel Marchio del mondo. Sono nato in una Giulia azzurra nel 1966. Per la prima volta nella storia abbiamo l’ecosistema Alfa Romeo. I clienti., i club, ben 200, con 50 negli USA”.

Il piano industriale

L’importanza del retaggio sarà sempre cruciale.

“La storia è importante e Alfa Romeo è mondiale, apprezzata e amata ovunque e si svilupperà dappertutto. Oggi Giulia GTA è un’opera d’arte. La storia, la tecnologia, la passione: oggi consegniamo le GTA ai primi clienti. Gli Alfisti sono in tutto il mondo. Nessun Marchio al mondo ha un nome per i proprietari delle auto del brand”.

La scaletta delle novità cambierà?

“Confermo Tonale il 4 giugno 2022, stiamo procedendo su un programma intenso di elettrificazione. Arrivando il prossimo anno, Alfa Romeo deve farsi trovare pronta. Non esiste un futuro senza elettrificazione, sia sia tratti di ibrido sia di elettrico. Audi solo EV dal 2026? E’ una scelta che va valutata”.

C’è un nuovo capo designer

“Mesonero-Romanos (leggi qui la news) è l’uomo giusto, mi ha colpito il suo lavoro con Cupra. Non come Marchio sportivo, ma come nuove idee. Comincerà il suo percorso da Arese, ma lui è un matto per Alfa Romeo e quindi va bene. Lavorerà col team storico: le premesse per una iniezione di novità, nel rispetto della storia ci sono tutte”.

I prossimi modelli

Alfa sarà sempre colò tricolore, come voleva Marchionne?

“E vitale l’italianità del Marchio. Le nostre auto saranno principalmente sviluppati e prodotti in Italia. Oggi sono in vacanza, mia moglie a Torino che fa trasloco: l’Alfa si gestisce dall’Italia, avremmo potuto farlo da Parigi ma non sarebbe stato lo stesso. E anche fabbriche, Cassino e Pomigliano, come i fornitori saranno principalmente nazionali”.

Il B-SUV come si chiamerà?

“Non l’abbiamo ancora deciso. Stiamo valutando tra nomi e numeri, secondo la storia del Marchio. Deve avere una identità italiana, ma immediatamente riconoscibile in tutto il mondo, perché è coerente con il nostro claim “inspiring the word from Italy”. A fine anno presenteremo il piano industriale per il 2026, ma la mia visione è a dieci anni. Non parlo di numeri, ma di profitti: in Stellantis non esistono Marchi che non facciano profitti, Questa è la regola”.

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