Ferrari 296 GTB vs McLaren Artura, dati a confronto

Ferrari 296 GTB vs McLaren Artura, dati a confronto

Sfida tra berlinette ibride plug-in, accomunate dall'architettura del motore V6 biturbo ma parecchio diverse nell'interpretazione degli "ingredienti" a disposizione. In elettrico la McLaren ha più autonomia

25.06.2021 16:09

Dalla sua ha una storia senza pari, anzitutto. Perché la materia delle berlinette a motore centrale, supersportive iconiche, in Ferrari è stata trattata a lungo e come nessun altro. Frazionamento V8 del motore, soprattutto. Frazionamento scelto anche da McLaren quando, con la 12C, la divisione Automotive è tornata sulla scena.

Oggi c'è una nuova alba, fatta di prestazioni elettrificate, fatta di Ferrari 296 GTB da un lato e McLaren Artura dall'altro, sfidanti con alcuni punti in comune e molte differenze. Capitoli che arrivano dopo esempi di avanguardia tecnica, come la SF90 Stradale, manifesto dell'elettrificazione ibrida plug-in.

Dove prima operava la F8 Tributo, dove finora McLaren ha posizionato i progetti Sport Series, arrivano 296 GTB e Artura.

Ferrari 296 GTB, la prima V6 ibrida di Maranello

Ferrari 296 GTB, la prima V6 ibrida di Maranello

Maranello ridefinisce il piacere di guida con la 296 GTB, la prima vettura del Cavallino spinta da un V6 biturbo plug-in. La vettura sprigiona 830 cv

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Batteria e parte elettrica

In comune hanno l'essere ibride plug-in, ricaricabili alla spina con una batteria da 7,4 kWh, medesima capacità e tecnologia agli ioni di litio, diversa l'autonomia di marcia possibile in elettrico. Fa un po' di strada in più la Artura, con 30 km dichiarati contro i 25 della Ferrari.

Inevitabile centrare il confronto tecnico anzitutto sulla componente elettrica, novità dei due progetti. Così, lo schema è il medesimo, con il motogeneratore elettrico posto tra motore termico e cambio doppia frizione 8 marce, diversi sono i valori di potenza in gioco.

Ferrari ha sviluppato un MGU-K, il cui innesto avviene sulla linea di trazione mediante una frizione a tre dischi a secco, da ben 167 cavalli e 317 Nm, numeri nettamente superiori all'apporto della macchina elettrica usata da McLaren: 95 cavalli e 225 Nm. 

Ibrido e prestazioni

Differenze che si riflettono nella potenza massima del sistema ibrido, nel quale entra la variabile del motore termico, V6 2.9 litri per Ferrari, V6 3.0 litri  per McLaren. La 296 GTB sviluppa 830 cavalli e 740 Nm di coppia motrice, Artura si ferma a 680 cavalli e 720 Nm, per un generoso valore di coppia dall'utilizzo combinato, la strategia di gestione, di elettrico e termico.

Le differenze relative restano marcate scorrendo la scheda tecnica dei due V6: 585 cavalli per McLaren Artura, 663 cavalli per 296 GTB.

Numeri assoluti le cui differenze diverranno apprezzabili nell'utilizzo più spinto dei due progetti. Non è certo sullo scatto breve che si percepisce la differenza di potenza, piuttosto là dove le andature diventano degne di una supercar. L'accelerazione da 0 a 100 orari è completata in 2"9 dalla Ferrari contro i 3" della McLaren; differenze che si aprono evidenti ai 200 orari, dove Artura passa in 8"3 dopo il via da fermo e la 296 GTB ben 1 secondo prima: 7"3. La velocità massima si posiziona oltre i 330 km/h per la Rossa, 330 km/h autolimitata per McLaren. 

McLaren Artura, la PHEV di Woking

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Porta all'esordio anche la monoscocca MCLA (McLaren Carbon Lightweight Architecture)

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Telaio

L'analisi più interessante, tuttavia, delle due ibride plug-in va oltre i numeri. Passa dall'elettronica - nuovo il controller in 6 rilevamenti su 3 assi della Ferrari - e dal telaio, dal nuovissimo monoscocca Mclaren Carbon Lightweight Architecture, cellula abitacolo con strutture anteriori e posteriori in composito e alluminio. È un punto di vantaggio per il progetto sviluppato a Woking, rispetto alla scocca in alluminio della Ferrari 296 GTB. Una differenza che contribuisce a tracciare una differenza sul peso delle due supercar: 1.395 kg a secco la Mclaren, 1.470 kg la Ferrari, su dimensioni speculari.

Sostanziale differenza "filosofica" quella legata alla servoassistenza al volante: McLaren ha sviluppato ulteriormente un sistema di tipo idraulico, la Ferrari si affida a un servo elettrico.

Motore

Sono accomunate anche da una caratteristica tecnica destinata a diventare una "regola" nelle applicazioni con motore elettrico abbinato al termico. È l'architettura V6 con bancate a 120 gradi. Anche Aston Martin lavora a un motore con tale impostazione.

I benefici sono legati alla maggior rigidità torsionale di un albero motore più corto, all'accensione combinata di due cilindri ogni 120 gradi di rotazione dell'albero, senza contare la possibilità di abbassare il baricentro e compattare gli organi meccanici, come i turbocompressori monoscroll, interni alla V. Soluzioni che accomunano Artura e 296 GTB.

A Maranello è stato svolto tutto un lavoro certosino legato alla sonorità, dello scarico e l'amplificazione in abitacolo, proseguendo con un polmone di aspirazione molto più compatto rispetto al passato. Entrambi i V6 girano in alto, fino a 8.500 giri/min.

Ferrari 296 GTB, la piccola V6 ibrida con numeri da hypercar

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La Ferrari 296 GTB è la prima V6 ibrida plug in di Maranello, capace di sviluppare 830 cv e 740 Nm di coppia. Solo la SF90 Stradale è più potente di lei

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Aerodinamica e stile

Un capitolo a se merita l'aerodinamica, campo di ricerca dove le soluzioni pensate dal Centro Stile diretto da Flavio Manzoni hanno elementi simbolo come il t-tray anteriore, il volume posteriore con nolder attivo da 100 kg di carico extra, l'ottimizzazione dei flussi che investono la fascia frontale, con le masse radianti alle estremità e uno studio minuzioso, fino alle turbolenze e il loro sfruttamento ulteriore nel sottoscocca.

Del design, in Ferrari tutto il patrimonio della Storia, della 250 LM del 1963, evidentissimo nell'impianto dei montanti B, del lunotto verticale e dei muscolosi passaruota: l'abitacolo è quasi poggiato nella "culla" scritta tra i due assi. Altra prospettiva per McLaren Artura, più familiare verrebbe da dire confrontandola con il resto della gamma. In Ferrari, stile e funzione si spingono fino a definire i gruppi ottici anteriori, dotati di presa d'aria per i freni, per dire del livello di affinamento estetico-tecnico.

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