ANFIA fa il punto della situazione dell'automotive dopo la pandemia

ANFIA fa il punto della situazione dell'automotive dopo la pandemia

ANFIA, l'associazione che mette insieme le aziende della filiera automobilistica in Italia, ha fotografato la situazione del settore dopo un anno e mezzo di crisi legata al Covid

di Lorenzo Lucidi

02.07.2021 ( Aggiornata il 02.07.2021 13:31 )

Quali sono state le conseguenze della pandemia per le aziende del settore automotive in Italia, quali prospettive hanno per il prossimo futuro e quali sono le strategie dei manager che le guidano? Sono queste alcune delle domande che si è posta ANFIA, Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, tramite un sondaggio rivolto a numerose aziende italiane e illustrato dal suo presidente Paolo Scudieri. Lo scenario che ne esce mostra una situazione resa complessa dalla pandemia, ma rivela anche la resilienza delle aziende del nostro Paese una certa riluttanza ad affrontare cambiamenti importanti come accorpamenti e fusioni. Ecco cosa è emerso dal sondaggio di ANFIA.

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La situazione delle aziende secondo ANFIA

L'Associazione, che da sempre si occupa di tutelare e raccogliere le istanze delle – numerosissime – aziende attive nella filiera automobilistica in Italia, ha svelato i risultati del proprio sondaggio nel corso di un evento online. Alla presentazione ha partecipato Paolo Scudieri, presidente di ANFIA e titolare di Adler, ma anche rappresentanti delle aziende automotive a testimonianza del loro punto di vista. Al centro dell'attenzione le conseguenze della crisi legata alla pandemia, che ha influito in maniera estremamente negativa sul mercato auto e su tutta la filiera. Oggetto dell'indagine sono state aziende italiane localizzate principalmente al Nord, con dimensioni medie-piccole (circa la metà del campione ha un fatturato annuo inferiore ai 50 milioni di euro) ma con una spiccata tendenza a lavorare con e verso l'estero.

Innanzitutto si è evidenziata la situazione di difficoltà che le aziende già vivevano nel periodo pre pandemico, più in particolare nel triennio 2016-2019. In questa fase il 38% degli intervistati ha affermato di aver vissuto un impatto negativo nel fatturato. Che poi è andato ad aggravarsi dal 2020 in poi con lo scoppio della pandemia e il rallentamento delle attività. In particolare, solo il 7% delle aziende oggetto del sondaggio ha affermato di aver migliorato i propri bilanci nel periodo Covid, mentre un altro 7% non ha subito conseguenze rilevanti. Inevitabilmente molto più alta la percentuale delle attività che sono rimaste invece penalizzate: quasi la metà ha visto ridursi il proprio fatturato del 10-20%, mentre più di una su tre ha avuto perdite ancora maggiori.

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La filiera dell'auto guarda al futuro

Una parte consistente della discussione ha riguardato poi le dimensioni delle aziende, e la loro tendenza ad ampliarsi oppure ad accorparsi con altre. La maggior parte degli intervistati si è dimostrata riluttante a eseguire operazioni di questo tipo, mostrando una preferenza verso il mantenimento di dimensioni più contenute a favore di una specializzazione del proprio campo di attività. Quasi il 70% dei manager è infatti convinto che le dimensioni dell'azienda non costituiscano un limite per lo sviluppo del business nel prossimo triennio. Inoltre, più di 4 su 10 pensano che possedere maggiori strumenti finanziari non sia necessario per svilupparsi.

Sul fronte delle fusioni e delle collaborazioni, il 43% dei manager si dice poco interessato a simili operazioni, sollevando perplessità su alcuni aspetti fondamentali come il mantenimento/controllo della nuova realtà, il mantenimento dei livelli occupazionali, la suddivisione dei ruoli manageriali, la gestione del passaggio generazionale ma pure la monetizzazione della cessione delle attività di controllo. Significativi anche i dubbi sulla gestione dell'azienda, individuati come ragioni principali che frenano i manager dall'intraprendere operazioni di questo tipo. A questa riluttanza nei confronti di accorpamenti e fusioni si aggiunge il rischio, espresso da Scudieri, che tali operazioni possano limitarsi a sinergie e finiscano per esaurirsi in pochi anni, limitando così la validità dell'intero progetto.

Il presidente di ANFIA, forte di una lunga esperienza sia come presidente dell'associazione sia come manager del settore automotive, ha sottolineato come sia importante rilanciare la filiera agendo sia da parte dello Stato che dalle imprese. Il Governo dovrebbe cercare di snellire i tempi e le pratiche necessarie all'apertura di nuove attività, mentre le imprese dovrebbero affrontare con meno timori i processi di ampliamento dei propri business. Fondamentale, ha spiegato ancora Scudieri, l'integrazione in ecosistemi efficienti come quello della Motor Valley, esempio perfetto di cluster competitivo e ben strutturato del settore automotive.

L'intervento di Paolo Scudieri, presidente Anfia, ad AutomotiveLab 2021

L'intervento di Paolo Scudieri, presidente Anfia, ad AutomotiveLab 2021

Guarda l'intervento di Paolo Scudieri, presidente dell'Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, sul futuro dell'automotive e il mondo del lavoro

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