Nel 2004 la Casa parigina presentò la 907, concept one-off e vettura estrema capace di arrivare a 357 km/h di velocità e di accelerare da 0 a 100 in meno di 4 secondi
24.09.2021 ( Aggiornata il 24.09.2021 13:09 )
E se Peugeot costruisse una supercar? Non da corsa, per quello a Parigi si sono già attrezzati. Intendiamo un'auto ad elevate prestazioni per la strada, da vendere a normali (ma facoltosi) automobilisti. Sogni o velleità che, in pochi ricordano, hanno già preso una forma e soprattutto anche un nome: Peugeot 907. E un luogo e una data dove è cominciata una storia che non ha mai visto la luce: Motor Show di Parigi, 2004.
Peugeot 907, la supercar concept
Nel 2004 il marchio francese presentò a Parigi una one-off concept con un profilo simile alla Mercedes SLR McLaren e dotata di un V12 da 6 litri e 500 cv, in grado di farla arrivare a una velocità massima di 357 km/h
Guarda la galleryDiciassette anni fa, questa vettura venne commissionata come un concept stilistico per celebrare la nascita del nuovo centro di design del marchio a Vélizy-Villecoublay. Al team Peugeot poche e semplici istruzioni: carrozzeria rigorosamente coupé e in fibra di carbonio, motore in posizione anteriore centrale e trazione posteriore. Ingredienti fondamentali e basilari per etichettare una vettura come "super".
Esteticamente simile alla Mercedes SLR McLaren, per il profilo iper-riabbassato e i due terminali di scarico laterali, Peugeot 907 fece parlare di sé per il suo V12 aspirato 6 litri da 500 cavalli, motore realizzato unendo insieme due V6 da 3 litri della Casa francese. Una dichiarazione di pura "ignoranza", avallata da un peso di soli 1.400 kg. Fattori che, combinati, permettevano alla macchina di accelerare da 0 a 100 km/h in 3,9 secondi e sprigionare una velocità massima di 357 km/h.
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Numeri e dati tecnici da "bestia" indomabile, che non avrebbe avuto nulla da invidiare alle supercar moderne. Anche gli interni, molto raffinati e minimal allo stesso tempo, presentavano un quadro strumenti con schermo della console centrale collegato a un computer di bordo. Ma a vederla sono stati in pochi. Un sogno, una velleità rimasta tale. E per questo, ancora più affascinante.
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