Maserati Mexico, un salotto italiano con il V8

Maserati Mexico, un salotto italiano con il V8

I 55 anni della granturismo 2+2 del marchio modenese: linee eleganti e interni esclusivi per una motorizzazione da sportiva pura, da 260 e 290 cv di potenza

di Redazione

11.10.2021 ( Aggiornata il 11.10.2021 12:51 )

Sull'origine del suo nome, almeno due versioni completamente opposte tra loro; sulla sua bellezza, nessun dubbio. Maserati Mexico compie 55 anni: tanti ne sono passati dalla sua presentazione, avvenuta al Salone di Parigi nell'ottobre 1966, seguita alle ottime impressioni ricevute dal prototipo al Salone di Torino di un anno prima. Una delle coupé 2+2 più famose del marchio, dove per quattro posti si intendono quelli veri, e non due dietro solo sulla carta. Elegante fuori, lussuosa all'interno, una granturismo da salotto ma che sfogava tutta la sua potenza attraverso due configurazioni del suo V8 che ben figurava nelle competizioni.

Maserati Mexico, potenza e lusso italiano

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Compie 55 anni la granturismo 2+2 modenese basata sulla Quattroporte e spinta dal V8 di derivazione sportiva, disponibile in configurazione 4,2 e 4,7 litri da 260 e 290 cavalli. Gli interni raffinati presentavano dotazioni esclusive per l'epoca. Venne prodotta dal 1966 al 1972 in poco più di 480 esemplari

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PRESTAZIONI SPORTIVE, INTERNI DA SALOTTO

Basata sulla 5000 GT e la 3500, e progettata da Vignale, Maserati Mexico aveva in realtà come ispirazione la Quattroporte del 1963, sebbene con linee più alleggerite. Fiore all'occhiello era il suo V8 derivato dalla 450 S, sebbene in versione per auto stradale. Modena propose due versioni: 4,2 litri e 260 cavalli con velocità massima di 240 km/h (lo stesso motore della Quattroporte, appunto), e 4,7 litri da 290 cv e 255 km/h di massima. 

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Prestazioni da sportiva pura, circondate da delle linee dinamiche, da granturismo, con dotazioni esclusive come i sedili in pelle, i vetri elettrici, il cruscotto in legno, l'aria condizionata, i freni anteriori a disco ventilati e servoassistiti. Come optional erano disponibili il cambio automatico, il servosterzo e la radio. Un vero e proprio soggiorno a quattro ruote, prodotto in poco più di 480 esemplari fino al 1972.

IL CLIENTE MESSICANO E IL GP DI F1

Perché venne chiamata Mexico? Ci sono due versioni. La più accreditata ha come protagonista un importante cliente messicano, che nel 1961 aveva acquistato una 5000 GT Allemano appartenuta al presidente messicano Adolfo López Mateos. Dopo un incidente, la macchina venne inviata a Modena per essere riparata. Il cliente visitò lo storico stabilimento di Viale Ciro Menotti e fu colpito dal prototipo disegnato da Vignale. Tanto insistette per comprarlo che la carrozzeria fu trasferita sul telaio della sua 5000 GT. In "onore" di questo episodio curioso, Maserati avrebbe scelto il nome "Mexico".

La seconda versione è molto più semplice, e ha a che fare con la F1. Al Gran Premio di Città del Messico 1966, disputatosi il 23 ottobre - pochissimi giorni dopo la presentazione della vettura a Parigi - John Surtees trionfò al volante della Cooper T81 motorizzata Maserati. La soddisfazione del marchio fu tale da scegliere "Mexico".

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Clienti facoltosi o corse di F1, dopo 55 anni resta il fascino di una granturismo italiana, raffinata e performante, come solo certi marchi nostrani sanno realizzare.

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