Il dipartimento del Ministero dell'economia e delle finanze evidenzia le difficoltà sulla fattibilità di molte delle recenti proposte volte a modificare il Cds: dalle cinture di sicurezza sugli scuolabus al limite di 150 km/h su alcuni tratti autostradali
29.01.2020 ( Aggiornata il 29.01.2020 12:43 )
Doccia fredda da parte del Ministero dell’economia e delle finanze per le nuove riforme del Codice della Strada. Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Messaggero, il dipartimento del Tesoro ha rivelato di non avere fondi sufficienti per coprire tutte le eventuali modifiche suggerite.
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Il provvedimento delle riforme del Codice della Strada aveva ottenuto il consenso lo scorso luglio. In seguito, soprattutto a causa della caduta del governo M5S-Lega, si è bloccato il tutto, e adesso, dopo l’ennesimo scetticismo del dipartimento del Tesoro, il rischio concreto è quello che tutto possa rimanere senza soluzioni a breve termine.
Il primo ‘stop’ della Ragioneria Generale del Tesoro riguarda l’obbligo dei Comuni di delimitare le zone scolastiche, con limite massimo della velocità a 30 km/h, Z.T.L. e aree pedonali. Il Ministero dell’economia e delle finanzeafferma però che i proventi derivanti dalle sanzioni per le violazioni non sono certi, e quindi non si può attuare il provvedimento.
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Inoltre, non sussistono fondi per le cinture di sicurezza degli scuolabus. Dal 1° gennaio 2024 infatti i veicoli sprovvisti di questi sistemi non potranno più circolare. Calcolando la spesa di 50 euro a sedile, si stima una cifra complessiva intorno ai 2,5 milioni di euro. Netta la risposta del MEF, che sottolinea “l’onerosità della disposizione” e “l’assenza della relativa copertura finanziaria”.
Alt al coinvolgimento delle macchine agricole nel gruppo dei mezzi d’epoca e all’esenzione del bollo per le auto storiche: il “minor gettito”, semplicemente, non è visto di buon occhio. Dubbi anche relativi all’esenzione del pagamento del pedaggio autostradale dei veicoli adibiti a soccorso, in quanto non si può quantificare l’onere stimato.
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In Parlamento, intanto, si tenta di trovare una mediazione. Vi sono ancora pareri discordanti su almeno due proposte: l’innalzamento del limite di velocità a 150 km/h su alcuni tratti autostradali e il divieto di fumo per chi è alla guida.
Approvazione bipartisan invece per l’aumento delle multe a chi utilizza smartphone e/o apparecchi elettronici e a chi non rispetta il divieto di sosta. Ok anche ai parcheggi dedicati alle donne in gravidanza, a uno spazio esclusivo per le biciclette davanti ai semafori, alla circolazione a doppio senso ciclabile nelle strade con limite a 30 km/h e su corsie preferenziali, al trasferimento del "servizio di piazza con veicoli a trazione animale o con slitte nei parchi e nelle riserve naturali" e alla possibilità, per chi deve sostenere l’esame della patente, di ripetere due volte la prova pratica.
Attenzione, però: per ottenere il via libera definitivo serve necessariamente l’ok del Ministero dell’economia e delle finanze. E, ad oggi, le prime sensazioni non sono positive.
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