Il pilota fantasma e le assicurazioni

Il pilota fantasma e le assicurazioni
Guida autonoma: bella la tecnologia, ma il limite giuridico è enorme, quale compagnia coprirà i danni?

di Redazione

07.08.2015 ( Aggiornata il 07.08.2015 05:51 )

Aprile 2035: sono in tribuna all’autodromo (si chiama ancora così) di Monza, e sta per partire il Gran Premio d’Italia “automatico”, esordio del nuovo campionato del mondo. Le macchine, chiaramente senza pilota a bordo, sono schierate sulla griglia di questa gigantesca Scaletrix, con le Google Formula davanti alle Tesla e alle Toyota, mentre le Ferrari sono molto staccate, avendo sviluppato in ritardo e controvoglia la tecnologia della guida automatica anche nelle corse, resa obbligatoria dalla FIA che nel frattempo da Parigi si è trasferita in California a Mountain View. Una tecnologia  che proprio vent’anni fa purtroppo nessuno riuscì a fermare per tempo: dalle vetture di serie alla pista il passo fu breve ed ora siamo qui a un minuto dal via, quando improvvisamente… mi sveglio! Era tutto un sogno… Un incubo provocato dall’attuale progresso frenetico, e da chi sostiene che se un giorno tutte le macchine fossero a guida automatica gli incidenti sparirebbero. Ma siamo certi che un computer è più sicuro di un uomo, coscienzioso e attento, al volante? Di fronte ad una chiazza d’olio, come reagirebbe la nostra auto automatica? In caso di infrazioni al codice della strada o di incidente chi dovrebbe pagare? Se ci fossero profili penali, chi andrebbe in galera? Ci sarà una compagnia disposta ad assicurare quel mezzo? E a quali cifre? Troppe domande, nessuna risposta. La tecnologia attuale, come ad esempio la frenata d’emergenza, già contribuisce molto alla diminuzione degli incidenti; ma mentre in tanti parlano, i sinistri aumentano: la mazzata ci arriva proprio in questi giorni dai primi dati ACI-ISTAT sull’incidentalità stradale 2014 che vedono, a fronte di un minimo calo delle percentuali registrato in Italia (!), un preoccupante aumento degli incidenti in ben 12 nazioni europee e fra le più evolute, come Francia, Irlanda, Germania, Regno Unito e Svezia! Un disastro che non possiamo più permetterci. E allora tutti devono seriamente impegnarsi per una forte educazione stradale, il pilota automatico è troppo giovane per pensarci. Noi amiamo l’auto e nutriamo la nostra passione con riviste come questa che state leggendo e crediamo che la mente umana sarà sempre superiore a qualsiasi tecnologia, che la può e deve integrare, ma non sostituire.Per molti utenti con problemi di mobilità o poco adatti a mettersi al volante l’auto con guida automatica esiste già, e si chiama taxi. Se mai ben venga, come già esiste, quella che parcheggia da sola. Ma a noi lasciateci guidare. Roberto Argenti

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