Incidenti in calo, ma in aumento i morti. Il rapporto ACI-ISTAT

Incidenti in calo, ma in aumento i morti. Il rapporto ACI-ISTAT

Costi sociali altissimi, 17,5 miliardi di euro. I giovani tra 20 e 24 anni sono le prime vittime

di Francesco Forni

19.07.2016 18:44

Cattive notizie aumentano i morti sulle strade italiane. E' accaduto nel 2015, nonostante una diminuzione (-1.8%) degli incidenti stradali (173.892 contro i 177.031 del 2014) e feriti (-2,0%), 246.050 rispetto ai 251.147 del 3024.

Sono invece più numerosi, +1.1% per la prima volta in 15 anni, morti (3.419, erano 3.381 nel 2014) e feriti gravi (+6%): quasi 16.000 contro i 15.000 del 2014, con un rapporto tra feriti e decessi che sale dal 4,4 a 4,7. 17,5 miliardi di euro è la stima dei costi sociali. Sono chuari i numeri del Rapporto ACI-ISTAT.

“Per la prima volta dopo 15 anni c’è un incremento dei morti sulle strade – dichiara il presidente ACI, Angelo Sticchi Damiani – con un picco di quasi il 9% nei grandi Comuni, dove avviene 1 incidente su 4 totali in Italia. Anche se sul complessivo delle strade urbane si registra un lieve miglioramento, in città si contano ancora il 75% degli incidenti, il 43% dei morti e il 71% feriti. Preoccupa pure l’aumento dei decessi in autostrada (+6,3%). Numeri che dimostrano la necessità di responsabilizzare maggiormente chi si muove: la patente a punti ha perso efficacia, la recente introduzione dell’omicidio stradale richiede già una taratura e il tutor va accompagnato da una più visibile presenza delle Forze dell’Ordine sulle strade. L’exploit dell’incidentalità giovanile misura inoltre quanto i ragazzi non sappiano guidare: la formazione va integrata con corsi di guida sicura obbligatori ed esami graduali per impugnare il volante di veicoli più potenti”.

Dove gli italiani fanno i furbi: velocità, dispositivi di sicurezza, cellulare alla guida. Nel 2015 le principali violazioni al Codice della Strada sanzionate dalle Forze dell’Ordine sono: la velocità (2.660.547), l’assenza di copertura rc-auto (195.069), il mancato uso delle cinture di sicurezza e dei sistemi di ritenuta dei bambini (189.096), l’uso del telefono alla guida (148.674). 

Giovani in grave pericolo. La fascia d’età più a rischio resta quella dei giovani tra 20 e 24 anni (282 vittime), ma aumentano i decessi tra gli adulti (749 nella fascia di età 40-54 anni, contro i 687 del 2014, +9%). Gli incrementi percentuali maggiori si verificano nelle classi d’età 30-34 anni (+16,0%), 45-49 (+10,2%) e 50-54 anni (+11,8%), ma anche tra le persone molto anziane 80-84 anni (+10,5%).

Centauri e pedoni, non bene. L’aumento dei morti riguarda in modo particolare gli utenti delle due ruote a motore (+7,2%) e i pedoni (+4,0%), per questi ultimi si tratta del secondo anno consecutivo: tra il 2014 ed il 2013 l’incremento era stato del 4,9%. 

Più morti su autostrade e strade extraurbane .A pesare sul dato complessivo è soprattutto l’incremento della mortalità registrata su autostrade e strade extraurbane (305 e 1.619 morti; +6,3% e +1,9%). In particolare l’incidentalità risulta in aumento sulle tratte autostradali intorno alle città e non sugli spostamenti di lunga percorrenza: A3 Napoli-Salerno, A6 Torino-Savona, A13 Bologna-Padova, A14 Diramazione per Ravenna, A18 Catania-Siracusa, A24 Penetrazione Urbana di Roma, Tangenziale di Milano e Tangenziale di Torino.

UE, si allontana obiettivo 2020. Dal 2010 la riduzione media annua del numero di vittime della strada nella UE28 è del 3,6%, ben al di sotto del 6,7% necessario per il raggiungimento dell’obiettivo europeo di dimezzamento del morti nel periodo 2011-2020, che diventa più difficile. Il nostro Paese si posiziona nella media dei 28 Stati membri (-16,9% tra il 2015 e il 2010 in Italia e -16,8% media Ue28).

Italia 14esima. Con 56,3 morti per incidente ogni milione di abitanti il nostro Paese si colloca al 14° posto nella graduatoria europea, dietro Regno Unito, Spagna, Germania e Francia, e prima di Slovenia, Portogallo, Belgio e Grecia.

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