Seat Ateca, test del SUV caliente

Seat Ateca, test del SUV caliente

Leggermente più piccola della VW Tiguan, ma agile e tecnologica

di Alberto Sarasini

16.06.2016 20:45

Barcellona

Finalmente è realtà la Seat che mancava, e che ora permette alla Casa spagnola dell’orbita Gruppo Volkswagen la piena competitività anche nel segmento più in voga in questi anni, quello Suv e crossover: la Ateca muove i suoi primi chilometri sulle strade iberiche attorno a Barcellona, dove è stata sviluppata sulla base della Tiguan, in attesa della commercializzazione in Italia prevista per settembre con i primi esemplari tuttavia già presenti nella Rete vendite a metà/fine luglio.

Proprio rispetto alla tedesca, questa nuova nata si distingue per dimensioni sensibilmente inferiori in lunghezza: con un ingombro di appena 4,36 metri (-13 cm sulla “cugina” tedesca) è tra le più compatte del segmento, puntando sull’agilità in ambiente urbano per differenziarsi dalla nutrita concorrenza. La Suv iberica, inoltre, ha il pregio di distinguersi per un design molto riuscito, nonostante le inevitabili similitudini con la Tiguan; il team di design Seat ha trovato in effetti le “corde” stilistiche giuste per infondere alla Ateca gli stilemi caratteristici della marca in una piacevole chiave leggera, armonica, “fresca”. Nonostante la compattezza, internamente la vettura è in ogni caso grande e spaziosa, tanto per i passeggeri che per i bagagli; l’ambiente è ricercato e di qualità, con una plancia avvolgente dove trova posto l’immancabile schermo tattile (tecnologia capacitiva, dunque come gli smartphone) da 8” per infotainment e navigazione, con grafica di qualità ed elevata reattività ai tocchi.

Altrettanto pregevole la dotazione tecnologica di tutto rispetto, al vertice della categoria anche per quanto riguarda gli ausili attivi alla guida: su tutte le versioni vengono offerti di serie il riconoscimento della stanchezza del conducente e la frenata automatica d’emergenza, che include la funzione di riconoscimento dei pedoni, il tutto integrabile da diversi altri controlli tra cui spiccano il Traffic Jam Assist, che permette la marcia automatica nelle code urbane, il controllo di velocità adattivo ed il parcheggio ed immissione nel traffico automatici.

A bordo, libertà di movimento e ariosità della sistemazione sono di pari livello su entrambe le file di sedili; la posizione di guida è pienamente personalizzabile, con poltrona molto ampia e confortevole e giusto un volante sempre leggermente un po’ inclinato, mentre i vani portaoggetti sono diversi e tutti a portata di mano. Molto comodo pure il divano posteriore, mentre il vano di carico garantisce una cubatura altrettanto soddisfacente con un volume compreso tra 510 a 1604 litri in versione due ruote motrici (485 litri standard per la versione 4Drive integrale che non ha il doppio fondo). A richiesta il portellone ad apertura/chiusura automatiche.

Il motore del test è il brillante 2.0 TDI da 150 cv con trazione anteriore (8”5 da 0 a 100 km/h), elastico e dinamico; tuttavia, specie in Italia andrà per la maggiore l’unità diesel più piccola, 1.6 TDI 115 cv; da notare anche l’offerta a benzina dell’ancora più piccolo 1.0 TSI benzina turbo, di pari potenza.

In città  si apprezzano la sterzata agile e stretta, la buona visibilità davanti (meno dietro, ma ci sono sensori e retrocamera), mentre tra le curve la Ateca sfoggia un carattere dinamico di qualità che la rende molto gradevole da condurre di buon passo: docile, facile, precisa, agile e “ben aggrappata” all’asfalto.

Il confort è complessivamente altrettanto di qualità, con buon assorbimento delle asperità e giusto qualche fruscio più accentuato, insieme al rombo sommesso del diesel a partire dai 120-130 km orari, che perturbano un velo di troppo la pur piacevole atmosfera di bordo.

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