Toyota C-HR, il SUV che fa girare le teste, la prova

Toyota C-HR, il SUV che fa girare le teste, la prova

Modello con personalità ed appeal forti: senz'altro di rottura rispetto al consueto stile della Casa nipponica

di Alberto Sarasini

19.11.2016 23:35

Madrid

Per tornare nella “mischia” del segmento Suv/crossover intermedio Toyota mette in campo un modello con personalità ed appeal forti: senz’altro di rottura rispetto al consueto stile della Casa nipponica. La C-HR, in effetti, non passa inosservata; modernissima, quasi futurista con quelle linee decise che si intersecano tutt’attorno alla carrozzeria senza dimenticare l’immancabile coda spiovente di taglio coupé, con tanto di maniglia delle portiere posteriori annegate in alto, fuori vista. Insomma: tanta personalità, anche se un certo senso di “déjà vu” può tornare in mente visto che le proporzioni della Nissan Juke, pur in piccolo, non sono così lontane.

Qui, però, oltre al design, la C-HR si “veste” della tecnologia Toyota con in primo piano la propulsione ibrida, a nobilitare e rendere ulteriormente personale il modello. La crossover nasce infatti da una costola della Prius, ereditandone pianale e propulsione con 1.8 benzina a ciclo Atkinson (efficienza 40%), motore elettrico e batteria NiMH (potenza complessiva 122 cv) che nei piani della filiale italiana raccoglierà circa il 75% delle preferenze della clientela. Per l’altra parte, è disponibile un 1.2 Turbo da 116 cv esclusivamente con cambio automatico CVT, con la differenziazione però della trazione: solo anteriore oppure integrale ad inserimento automatico.

TUTTI I PREZZI DELLA C-HR

Anche l’abitacolo non manca di originalità. Spiccano linee e stile modernissimi, con inserti in differenti tonalità – blu elettrico sull’allestimento più scenografico – per rimarcare l’essere “differente” della C-HR. Vistosissimo il display touch da 8” in primo piano a centro plancia, solidale con la struttura ma pressoché totalmente “isolato” come una torretta; più tradizionale la strumentazione di tipo sportivo, accordata alla carrozzeria che oltre all’originalità suggerisce in effetti dinamismo ed aggressività assai poco filtrate. Buono lo spazio interno sulle due file, nonostante a sensazione una certa maggior vicinanza tra i passeggeri anteriori. Il vano di carico offre però una cubatura minima contenuta, solo 377 litri.

Sin qui look ed accoglienza, aspetti per i quali la C-HR colpisce con autorevolezza insieme alla ricca dotazione standard di ausili alla guida, inclusivi di frenata automatica d’emergenza in città e regolatore di velocità adattivo. Sul piano dinamico, l’esperienza di guida della Hybrid lascia invece un po’ a desiderare. La meccanica della Prius si trova in effetti assai meno a suo agio quando le forme dirompenti dell’auto solleticano la guida dinamica: potenza e coppia sono giusto discrete per il peso del veicolo (4,36 metri, 1380-1460 kg; 0-100 km/h in 11”; 25,6-27,8 km/l), ma è soprattutto la risposta del cambio sostanzialmente mono-rapporto, col trascinamento ad alto regime stile scooter, a trasferire una spinta poco incisiva ed al contrario piuttosto rumorosa. Meglio il passo felpato, insomma, ma è un po’ un peccato perché telaisticamente la vettura offre tra le curve begli appoggi, cambi di direzione reattivi e buona precisione.

La C-HR è in consegna da dicembre con prezzi da 25.700 euro per la benzina e da 28.400 euro per la Hybrid.

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