Primo contatto con le versioni più sportive dell'ammiraglia Opel, disponibile con motori turbo-benzina e biturbo-Diesel da 260 e 210 cv
21.02.2018 11:33
FONTANGE. Bisogna tornare indietro nel tempo, a un ormai lontano 1984, per risalire alle origini della sigla GSi. Fu introdotta dalla Opel sulla Kadett più sportiva, quella che ambiva a sfidare le più quotate GTI di allora, la Golf e la 205. Sono passati ben più di 30 anni e la variante GSi è di ritorno, stavolta per la più grossa e impegnativa Insignia dell’ultima generazione. Messa da parte (almeno momentaneamente) la versione più estrema OPC, il marchio di Russelsheim lancia l’Insignia GSi sia in versione berlina Grand Sport oppure station wagon Sports Tourer. Due i motori disponibili: un benzina turbo di 2 litri da 260 cavalli (che purtroppo per ora rientra in regime di superbollo…) e un biturbo Diesel, sempre di 2 litri, da 210 cavalli.
Lo sviluppo della versione sportiva è stato affidato alla Opel Performance, il reparto sportivo diretto da Volker Strycek, che molti appassionati ricorderanno come primo vincitore del DTM nel 1984 oltre che valente pilota tuttora in attività. Alla ricerca delle prestazioni e, soprattutto, di un comportamento soddisfacente su strada, la GSi è sino a 160 kg più leggera dell’Insignia OPC della generazione precedente mentre nel contempo è aumentata la rigidità della struttura. Il corpo vettura è stato abbassato di 10 mm rispetto a quello delle sorelle di famiglia. Le gomme sono state sviluppate di concerto con la Michelin, e sono esclusivamente delle Pilot Sport 4 S montate su cerchi in lega specifici da 20”. L’impianto frenante è fornito dalla Brembo. Tra le chicche c’è l’evoluzione del già noto controllo FlexRide delle sospensioni e dello sterzo elettromagnetico, che permette di scegliere tre modalità d’uso della vettura: Normale, Tour (confortevole) o Sport. La trazione è integrale, con un dispositivo a due frizioni che ripartisce la coppia motrice sulle ruote posteriori con una funzione di torque vectoring che aiuta a ridurre il sottosterzo. Il cambio, per finire, è di tipo automatico a otto marce.
Primo contatto con la versione sportiva della Insignia sia in versione berlina che station wagon: due i motori disponibili: un benzina turbo di 2 litri da 260 cavalli e un biturbo diesel, sempre di 2 litri, da 210 cavalli. Prezzi da 43.550 euro.
Guarda la galleryLa 2.0 BiTurbo Diesel tocca i 233 orari con un tempo di 7”9 in accelerazione da 0 a 100 km/h. Tornando alla tenuta di strada, è possibile regolare il controllo di stabilità disattivandolo o inserendo quello che è chiamato il Competitive Mode. Sul bagnato, nonostante lo si escluda, l’ESP torna in azione, anche in maniera prepotente mentre è decisamente più redditizio il Competitive Mode, che lascia libertà di trazione e la possibilità di divertirsi anche in controsterzo. Guidando al limite sul bagnato è infatti possibile arrivare al sovrasterzo una volta assorbita l’iniziale sfuriata delle ruote anteriori in chiaro sottosterzo. Sconsigliabile comunque arrivare a questi limiti sulle strade aperte, in ogni caso. Più che discreto, per finire, il lavoro del cambio con l’impianto frenante che, da parte sua, sembra all’altezza delle prestazioni e del peso della vettura. Per quanto riguarda i prezzi, l’Insignia GSi Grand Sport è in listino a partire da 43.550 euro.
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