Fering Pioneer, il pick-up elettrico con 7.000 km di autonomia

Fering Pioneer, il pick-up elettrico con 7.000 km di autonomia

Progettato dall’ex ingegnere di McLaren e Ferrari Ben Scott-Geddes, è spinto da 4 motori elettrici con l’aggiunta di un motogeneratore alimentato a biodiesel

di Redazione

23.09.2021 ( Aggiornata il 23.09.2021 16:20 )

Ben Scott-Geddes, ex ingegnere di McLaren, Caparo e Ferrari e anche fondatore del marchio inglese Fering Technologies, ha iniziato a progettare (durante il lockdown della primavera 2020) Fering Pioneer, una sorta di Hummer elettrico che all’aspetto estetico da “veicolo militare” offroad alterna un cuore verde. A spingerlo, infatti, motori elettrici a cui è stato aggiunto un piccolo motogeneratore alimentato a biodiesel che porta l’autonomia da 80 e 7.000 km. Della serie come risolvere il problema dell’autonomia per gli scettici delle auto a zero emissioni.

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Il motore

Come portare l’autonomia così lontano? Dall’alto della sua esperienza, Ben Scott-Geddes ha progettato un powertrain formato da 4 motori elettrici alimentati da batterie al litio-ossido di titanato e collegati ai semiassi, la cui coppia complessiva è di 600 Nm. Ha poi aggiunto, come accennavamo qualche riga più su, un motogeneratore alimentato a biodiesel da 800 cc e 95 CV con la precisa funzione di range extender. Ma ci sono altre soluzioni a cui l’ex ingegnere Ferrari e McLaren sta pensando, come generatori capaci di funzionare con altri combustibili (l'etanolo o l’idrogeno su tutti).

Misure e utilizzi

Le misure sono quelle di un pick-up, lungo 5,5 metri e largo 2, ideali per muoversi fuoristrada. Fering Pioneer, infatti, è pensato soprattutto per i terreni difficili, dalle esplorazioni ai servizi d’emergenza, ed è per questo che presenta un assetto regolabile, un’altezza dal suolo di 80 cm e una capacità di guado di 1,4 metri. Per un totale di appena 1.500 kg a vuoto (in altre parole, il peso di una compatta). Per quanto riguarda la carrozzeria, quella di questo speciale pick-up elettrico è stata realizzata con un tessuto molto resistente e simile a quello utilizzato per gli scarponi da trekking. Perché questa scelta? Un tessuto del genere garantisce sia un maggiore isolamento termico che molti vantaggi in termini di costi di riparazione.

Quando lo vedremo? L’obiettivo di produzione è verso la fine del 2022, dopo tutti i collaudi dei prototipi, e con le consegne ai primi cliente subito a seguire. E il prezzo? Si parla di una cifra intorno ai 175mila euro.

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