Ravenna, visita alla Capitale del mosaico

Ravenna, visita alla Capitale del mosaico

In questa città, l'arte ha espresso il suo massimo splendore: ecco otto monumenti designati patrimonio Unesco da non perdere

di Redazione

12.08.2020 ( Aggiornata il 12.08.2020 09:46 )

Ravenna e la suprema maestria artistica dell'arte del mosaico. Anche per questa motivazione, l’Unesco, nel dicembre del 1996, ha iscritto ben otto monumenti (la Basilica di San Vitale, il Mausoleo di Galla Placidia, i Battisteri degli Ariani e degli Ortodossi, la Basilica di Sant'Apollinare Nuovo e in Classe, la Cappella Arcivescovile e il Mausoleo di Teoderico) nella Lista del Patrimonio dell'Umanità.

Impossibile vederli tutti in un solo giorno, non solo per questioni numeriche e logistiche, ma soprattutto per il piacere di apprezzarli senza fretta, lasciandosi meravigliare ed emozionare da tanta bellezza.

Per una prima volta a Ravenna, magari appena scesi dalla vostra auto, impossibile non cominciare dalla Basilica di San Vitale, consacrata nel 548, che colpisce prima di tutto per la pianta ottagonale, molto particolare rispetto alle basiliche a tre o cinque navate così diffuse in Italia. Entrando, lo sguardo viene catturato dagli alti spazi, dalle decorazioni dell'abside e dagli affreschi barocchi della cupola. I suoi mosaici di San Vitale, con i cortei di Giustiniano e di Teodora, sono tra i più belli della cristianità.

A pochi passi, il Mausoleo di Galla Placidia, è un piccolo scrigno, semplice e modesto all’esterno quanto ricco negli interni, decorati da mosaici che ricoprono pareti, archi, lunette e cupola, le cui innumerevoli stelle illuminate dalla luce dorata che filtra attraverso le finestre di alabastro, creano un'atmosfera magica. Il mausoleo fu fatto costruire dalla sorella dell’imperatore Onofrio nella prima metà del V secolo ma non fu mai utilizzato in quanto Galla Placidia morì e fu seppellita a Roma.

Sempre nel centro storico ci sono il Battistero Neoniano e il Battistero degli Ariani, a testimonianza dei due diversi culti cristiani che convivevano a Ravenna verso la fine del V secolo quando ormai Teodorico aveva consolidato il suo dominio. Ciò che accomuna questi due piccoli edifici, oltre alla pianta ottagonale, è la raffigurazione a mosaico del battesimo di Cristo delle loro cupole, ma due scene sono molto diverse per colori, composizione e significato e meritano di essere viste in successione, per meglio apprezzarne similitudini e differenze.

Per scoprire com’era la Ravenna del tempo bisogna entrare nella Basilica di Sant'Apollinare Nuovo, Negli splendidi cicli a mosaico che decorano la navata centrale è raffigurata la città quando ancora dava sul mare, con il porto di Classe e, in centro, il magnifico Palazzo di Teodorico, oggi andato perduto, accanto al quale la basilica fu fatta costruire. Fu intitolata a Sant’Apollinale nel IX secolo, quando vi furono traslate le reliquie del santo dalla Basilica di Sant'Apollinare in Classe, a 8 chilometri dal centro di Ravenna. Grandiosa e solenne, è stata definita il più grande esempio di basilica paleocristiana. All’interno colpisce il mosaico dell'abside, con Apollinare, patrono della città, che allarga le braccia in un gesto di accoglienza.

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